Su articoli della stampa italiana in merito alla Banca del Titano

Su articoli della stampa italiana in merito alla Banca del Titano

Il 29 novembre il quotidiano nazionale “Il Giornale” di Milano, a pagina 30 riportava un articolo “San Marino paradiso fiscale della Romagna” con un sottotitolo “la Repubblica che ha il segreto bancario più stretto dell’Europa” .

Il 30 novembre sul mensile “Espansione”, newspaper dello stesso Giornale di Milano, a pagina 108 e seguenti usciva un servizio dal titolo “San Marino l’off shore della Romagna” in cui venivano affrontati molti argomenti riferiti al sistema bancario della stessa Repubblica.

All’interno di tali articoli abbiamo preso atto di dichiarazioni rilasciate da funzionari di banca e da altissimi responsabili della Banca Centrale, che a nostro avviso appaiono assai gravi e, ci si consenta, al limite della responsabilità.

Con tali dichiarazioni, infatti si arriva anche a dare consiglio su come eventualmente portare i soldi a San Marino laddove si dice espressamente “noi consigliamo di tenere il denaro addosso”.
Tali affermazioni sono state diffuse su tutto il territorio nazionale italiano da organi di stampa seguiti da un vasto pubblico e sono rimbalzate quindi sulle agenzie di stampa italiana.

Inutile dire che in conseguenza di tali dichiarazioni, sicuramente inopportune, l’immagine del nostro sistema bancario ha subito un colpo non facile da poter essere assorbito, ed anche la credibilità di Istituti ed organismi che dovrebbero vigilare sul corretto sistema bancario è stata minata.

Tali affermazioni infatti dipingono una realtà al limite del paradosso rendendo l’idea di un Paese che sfida le regole istituzionali proprie e di altre realtà.

In sostanza si contribuisce a dare la visione di un sistema bancario pronto a qualunque azione e a qualunque rapporto anche con “paradisi fiscali off shore”, e un settore chiave del nostro Paese non può che risentire da tali affermazioni.

Ci è sembrata debole l’iniziativa della Banca Centrale con la quale nel pomeriggio del 29 novembre si è cercato di sminuire l’impatto di tali asserzioni.

Risulta impropria anche la latitanza, perlomeno fino al momento in cui scriviamo, dei responsabili di Governo nel prendere chiare posizioni a difesa del Paese, del sistema del credito e quindi a difesa di un settore fondamentale per il nostro sviluppo.

Quindi, i sottoscritti Consiglieri interpellano il Governo al fine di appurare:

• a) se risponde al vero che il Presidente della Banca Centrale è stato fra i soci fondatori di Asset Banca o se comunque ha avuto un qualche ruolo nella richiesta per l’ottenimento di tale società;

• b) se esistono o se ha intenzione di adottare normative volte a evitare ogni commistione di interesse tra dirigenti, funzionari, consiglieri, dipendenti della Banca Centrale e i soggetti vigilati così da evitare interessenze anche per interposta persona;

• c) se la Banca Centrale ha adottato al proprio interno misure atte a tutelare l’indipendenza e l’imparzialità della stessa Banca Centrale attraverso la previsione di incompatibilità dirette o per interposta persona

• d) eventuali responsabilità degli interessati anche alla luce delle trattative in essere con l’Italia instaurate al fine di definire accordi essenziali per il nostro Paese, nella consapevolezza che tali situazioni non faciliteranno di certo il lavoro ed anzi lo renderanno ben più complesso e difficile.

Federico Bartoletti,
Lorenzo Lonfernini,
GianMarco Marcucci,
PierMarino Menicucci,
Nicola Selva


Augusto Casali
Maurizio Rattini


Marco Arzilli

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