Su ribatte a Ghiotti e Beccari sui referendum sui rapporti di lavoro

Su ribatte a Ghiotti e Beccari sui referendum sui rapporti di lavoro

E non se ne capisce il perché

Dispiace vedere la CSU così adirata per un’osservazione politica, crediamo legittima, del nostro coordinatore.

Non si registrava una reazione così scomposta, da parte dei due Segretari Generali, da quando il Segretario di Stato agli Affari Interni, Valeria Ciavatta, aveva annunciato l’intenzione di proporre al Consiglio Grande e Generale una legge per la rotazione delle cariche pubbliche e nelle associazioni sindacali che avrebbe messo in discussione anche la loro pluriennale permanenza alla guida delle rispettive confederazioni.

Dispiacciono anche le accuse rivolte a Sinistra Unita e al suo stesso coordinatore, Roberto Tamagnini,di imbastire demagogia sul precariato, affermando che mai Sinistra Unita si sia adoperata per combattere il fenomeno, quale partito di governo.

Ovviamente comprendiamo il disorientamento attuale dei due Segretari che li porta strumentalmente ad accusare SU di un disimpegno che non trova riscontro nella sua azione politica, volta a contrastare qualsiasi forma di precariato esistente, sia come partito che come rispettive delegazioni consigliari e di governo.

D’altra parte la storia di SU è lì a dimostrare la coerenza del suo cammino. Basta analizzare le due componenti principali di essa per rendersene conto. Rifondazione Comunista ha sempre combattuto la precarietà ad ogni livello ed uno dei grossi motivi per cui Zona Franca ha trovato motivi di contrasto con il PSD è stata la legge n. 131 sul «mercato del lavoro».

Il nuovo soggetto ha deciso d’entrare nel governo di centro-sinistra con la convinzione di poter ridisegnare la 131, anche e soprattutto con l’aiuto del Sindacato che a suo tempo, nei giorni della presentazione in Consiglio Grande e Generale per l’approvazione, aveva organizzato un sit-in con tantissimi lavoratori sotto Palazzo Pubblico e i suoi dirigenti non perdevano occasione per lanciare parole di fuoco contro gli estensori della legge stessa.

Poi tutto è stranamente rientrato e non se ne capisce bene il perché.
Ora, con l’approvazione dei quesiti referendari da parte del Collegio dei Garanti si è aperta una strada che poteva essere percorsa insieme ma il Sindacato ha deciso di farla a ritroso,e non se ne capisce il perché.

In assenza di risposte concrete legislative, delle quali per nostra parte ci assumiamo la responsabilità, ed in attesa di una azione concreta in questa direzione da parte delle forze sociali, i referendum contro le forme di lavoro atipiche sono un buon inizio dal quale incominciare questo percorso.

Sinistra Unita San Marino 13 febbraio 2008

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