Sul dibattito in Consiglio per Banca Centrale

Sul dibattito in Consiglio per Banca Centrale

Nel dibattito sulla relazione del Governo su Banca Centrale sono intervenuti i Consiglieri Ivan Foschi, Vanessa Muratori e Alessandro Rossi, rilevando in primo luogo la presa in giro del Consiglio e dei cittadini: come si può motivare la seduta segreta con il riferimento effettuato dal governo oggi? Siamo veramente al ridicolo: si utilizza la seduta segreta per ripetere quello che si è detto in conferenza stampa.
O forse si voleva impedire che tutti i cittadini potessero farsi una propria opinione in merito?
Ci vuole la seduta segreta per dire che occorre potenziare Banca Centrale e puntare sulla formazione dei giovani sammarinesi? Non è certo una novità dell’ultima ora, semmai sarebbe interessante sapere come e quando si concretizza.
Il sospetto è che non ci sia una reale volontà di farlo davvero ma sia il solito specchietto per le allodole.
Stupisce che non si voglia consentire al Consiglio di ascoltare BCSM. Di cosa si ha paura? Cosa c’è da nascondere al Consiglio e al Paese? Perché dobbiamo prendere per oro colato i riferimenti del Governo e non abbiamo la possibilità di interloquire direttamente con un’Istituzione pubblica?
Forse perché il governo è oggi impegnato in un clamoroso dietrofront. Difatti oggi il Segretario minimizza, dicendo che non è in corso alcuno scontro con la Banca Centrale ma che ci si è semplicemente limitati a dire che è necessario formare giovani sammarinesi.
Noi tuttavia tendiamo a essere un po’ diffidenti verso il Segretario Gatti: non per un fatto personale ma perché sappiamo che la versione ufficiale non sempre corrisponde al suo pensiero. Pare infatti che il Segretario si esprima meglio fuori microfono e lì riesca a chiarire meglio il suo pensiero svelando le vere intenzioni:
Per fortuna hanno parlato alcuni suoi colleghi in maniera più aperta: il Segretario Mularoni ha detto che “tranne il Presidente Bossone i funzionari, sono un problema ereditato dal governo precedente”
Parlando dei problemi legati a Moneyval, dopo essersi preso tutti i meriti che invece non sono per niente i suoi ha detto anche che “BCSM c’era anche prima”.
Peccato che prima del 2006 ci sono stati altri governi – in cui la Mularoni non c’era come lei stessa tiene sempre a sottolineare – ma il partito del Segretario Gatti c’era e aveva un ruolo guida e quei governi hanno sempre ignorato i richiami che Moneyval, Banca Centrale, Tribunale gli rivolgevano.
Oggi dopo che è stato il governo del 2006 a prendere per primo sul serio quelle considerazioni, la maggioranza viene qui a dire che i meriti sono i suoi e le colpe sono dei tecnici e del governo precedente. Cerchiamo di essere seri!
Abbiamo sentito un altro membro di governo rimpiangere personaggi appartenenti ad una stagione in cui i controlli si facevano per modo di dire e che oggi sono legati ad alcuni grandi elettori del Patto per San Marino.
Non è che magari qualcuno si sarà risentito del fatto che dopo che la vigilanza è stata istituita, e ha iniziato a fare sul serio, proprio allora si è scoperta la situazione della Banca del Titano dove peraltro ci sono ancora molti aspetti da chiarire di natura politica che riguardano qualche esponente di spicco di questa maggioranza?
Qualcuno si ricorda cosa disse il Segretario Gatti a un giornale economico italiano un anno fa a proposito dei controlli di Banca Centrale? Disse che “fanno più controlli gli enologi del consorzio vini che non la vigilanza di BCSM”. È questa la valorizzazione che fa il governo dell’istituto?
Il Governo ha anche detto che BCSM non è stata sollecita nel fronteggiare lo scudo. La conferenza stampa dei vertici di BCSM ha invece mostrato altre cose così come è riscontrabile nel documento diffuso in quell’occasione e tuttora visionabile on-line sul sito della Banca stessa
È da febbraio 2009 che BCSM ha iniziato a sensibilizzare le banche e il governo sul problema della liquidità. Il 10 giugno 2009 durante un CCR ha illustrato i rischi per il sistema bancario e sottoposto possibili iniziative. Perché il Governo le ha sistematicamente ignorate così come le banche che non hanno risposto alle sollecitazioni?
Nemmeno nell’ultimo mese il problema è stato preso sul serio visto che la maggioranza ha persino minimizzato l’importanza dei decreti proposti convocando la minoranza senza dare le motivazioni di un simile provvedimento e dicendo che comunque non c’era nessuna urgenza.

Ci aspettavamo qualche delucidazione almeno in merito alla deposizione del dr. Caringi davanti al PM di Forlì. Dal Governo invece nessun elemento di novità.
Certo, è alquanto singolare che un documento riservato come il verbale di un interrogatorio sia stato consegnato ai giornali e su di esso o su parti di esso sia partito ogni tipo di congettura.
In ogni caso quello che è comparso sui giornali è solo un’estrapolazione da un contesto durato oltre sette ore e poche frasi isolate sono pressoché insignificanti.
Attraverso la deposizione nel suo complesso invece si ha tutta l’impressione che Caringi abbia difeso il sistema San Marino e i controlli messi in atto da Banca Centrale mentre pare che il PM di Forlì partisse con forti preconcetti a sfavore della vigilanza.
Come mai dunque esisteva questo pregiudizio da parte di Di Vizio?
Quello che colpisce in questa vicenda è il fatto che un PM italiano possa convocare un qualunque cittadino italiano, residente in Italia chiedendogli tuttavia conto del suo operato in un altro Stato. È un caso molto particolare che potrebbe interessare anche molte altre figure: giornalisti, Commissari della Legge o meglio Giudici d’Appello, membri delle forze dell’ordine, direttori di banca.
C’è una evidente lacuna nella normativa che attiene ai rapporti tra i due Stati e sarebbe bene che il Governo cercasse di porvi rimedio invece di tentare di delegittimare professionisti e tecnici.
È paradossale che le accuse siano venute proprio da chi ha fatto una pessima figura di fronte ad un giornalista italiano. Il Segretario alle Finanze Gatti infatti ha confermato al giornalista Mondani tutta la validità del cosiddetto “teorema Di Vizio” dicendo che secondo lui è vero.
Quando si va a dire che “noi il nero lo consideriamo pulito” e comunque è solo un problema di percentuali perché “se una banca ha un rapporto tra regolare e nero di 70 a 30 allora all’Italia fa pure piacere” o quando si dice che “Asset Banca fa l’80% di nero” è difficile poi pretendere che il nostro sistema sia credibile e che chi indaga su questi fatti ci prenda sul serio.
Ai tecnici, come lo sono i componenti della vigilanza di BCSM, è giustamente imposto un tassativo segreto d’ufficio e il Segretario alle Finanze si permette di prendere documenti riservati che riguardano indagini tuttora in corso e passarle a un giornalista di fronte alle telecamere accese ridendosela di gusto.
Chi è allora che danneggia realmente il sistema San Marino?
E a questo punto ci chiediamo ancora se sono andati e cosa avranno detto al pm di Forlì due nostri Segretari di Stato. Già, perché di questa vicenda si è parlato a lungo nella primavera scorsa e in particolare Gatti e Mularoni si sono sempre rifiutati di rispondere in merito preferendo querelare l’opposizione. Peccato che la querela sia stata archiviata per manifesta infondatezza! Quindi è lecito supporre che ci sia stato un viaggio a Forlì poco prima degli arresti dei vertici della Carisp. Ci piacerebbe quindi sapere cosa sono andati a fare quel giorno a Forlì.
Se qualcuno deve andare a casa questi non è certo il capo della vigilanza ma il Segretario alle Finanze.
La verità è che il governo predica bene ma razzola molto male. Non è vero che si vuole una maggiore autonomia di Banca Centrale, al contrario se ne vuole smantellare la struttura attuale per ricondurla sotto l’influsso diretto del governo; addomesticare i controlli in modo che le banche e le banchette degli amici possano continuare a fare i loro comodi.
Sappiamo bene che uno dei motivi delle tensioni nella maggioranza oltre ai giochi, al territorio, ai comandanti delle forze di polizia, è proprio la richiesta di alcuni di azzerare la dirigenza di BCSM.
D’altra parte la filosofia è quella seguita durante i favolosi anni ’90, quando si firmavano accordi in cui si prometteva solennemente all’Italia trasparenza e collaborazione e poi si tornava a casa riprendendo a fare come prima e più di prima.
Ecco perché non è credibile il governo quando dichiara di volersi adeguare agli standard internazionali e volere imprimere una svolta al sistema. Questa maggioranza è intrisa delle vecchie logiche, è troppo legata al vecchio sistema e troppo dipendente dai suoi protagonisti. Da essa non potrà venire niente di buono.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy