Sulla conferenza di Tremonti a Rimini e le responsabilità di Gatti

Sulla conferenza di Tremonti a Rimini e le responsabilità di Gatti

Esilarante. Come definire altrimenti la lettura trionfalistica che governo e maggioranza hanno dato dell’incontro con Tremonti?
Dopo una conferenza stampa congiunta, di quelle che non si ricordano a memoria d’uomo, in cui un Ministro delle Finanze snocciola una serie di dati mettendo letteralmente al tappeto i due Segretari di Stato presenti, che infatti assistevano attoniti senza accennare alcuna reazione, governo e maggioranza non temono di fare ridere il Paese parlando addirittura di “successo”. D’altra parte Tremonti “ha preso a cuore il rapporto con San Marino”, così tanto da seguire giorno per giorno la situazione attraverso la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate. E meno male che fino al Meeting di Rimini Gatti non era riuscito ad ottenere nessun incontro col suo omologo italiano, altrimenti con una serie di successi come questo saremmo già un Comune della provincia di Rimini!

È evidente la difficoltà di un Governo ridotto come un pugile suonato, che si rende conto di avere esaurito le frecce al suo arco e di avere clamorosamente fallito l’obiettivo principale su cui aveva richiesto il consenso dei Sammarinesi, e cioè il recupero del rapporto con l’Italia e il rilancio del sistema San Marino, arroccandosi in maniera arrogante ed autoritaria con la pretesa di gestire gli accordi bilaterali come una questione personale.

Un Governo che ogni mese annuncia una nuova data per la firma, dovendo poi alzare bandiera bianca quando è lo stesso Tremonti ad ammettere che gli accordi sono ancora ben lontani e, se si vorranno fare, non saranno di sicuro piacevoli per San Marino. Di fatto l’atteggiamento di Gatti e Mularoni ricorda quegli aspiranti attori che dopo il provino in cui si sentono dire “le faremo sapere…” vanno a casa soddisfatti raccontando che hanno fatto un figurone.
Le stesse amenità sulla stampa “di sinistra” che agirebbe in intelligenza con l’opposizione colpevole di passare ai giornalisti documenti riservati, rivelano tutta l’inadeguatezza del Segretario agli Esteri a ricoprire il ruolo in cui è stato collocato. Come farebbe l’opposizione a divulgare documenti che il Governo non le ha consegnato? Si possono annoverare tra i giornali di sinistra testate come “Libero”, “il Giornale”, “il Sole 24 ore”, “Corriere della Sera” ecc?

Quando poi si accusa il Governo precedente di essere responsabile di quanto denuncia Tremonti si arriva al grottesco, prendendo per il naso i Sammarinesi oltre che chi ci osserva da fuori. Per ribattere a queste ridicolaggini è sufficiente ricordare alcuni fatti.

Nei due anni precedenti, recuperando anni di ritardi, si è approvata la legge antiriciclaggio, si è istituito l’Ufficio di Vigilanza sulle attività economiche e l’Ufficio di Collegamento, si è varata l’Agenzia d’Informazione Finanziaria e si sono riallacciati i rapporti con l’Italia dopo la figuraccia che il partito di Gatti fece fare al Paese di fronte al Ministro Fini. Ricordiamo infatti che dopo soli 3 mesi dall’insediamento si ebbero incontri ufficiali con Prodi e con Visco, mentre oggi non solo nessuno pensa di incontrare il Presidente del Consiglio italiano, ma nemmeno il Ministro delle Finanze è stato finora un obiettivo praticabile.

Nel carniere di Gatti invece si contano numerosi Accordi e lettere d’impegni contenenti proprio le cose oggi riproposte come grandi novità, firmati tra il 1991 e il 2000 a cui non è mai stato dato seguito. Forse Gatti pensa di potere continuare a prendere in giro oltre che i Sammarinesi anche le istituzioni italiane? A proposito di trasparenza e legalità potremmo ricordare la legge del 1996 che ha depenalizzato la frode fiscale (si badi bene: non l’evasione che non è reato!) rendendo impossibile la collaborazione con l’Italia e che, guarda caso, nessuno propone di abolire. Potremmo inoltre ricordare allo smemorato Patto per San Marino che i tempi degli scandali come Long Drink, come il Marmo Nero, la truffa del Latte, il buco nella Banca del Titano e l’acquisto di Nuova Rete, per tacere delle “scaramellate” e delle calunnie contro il nostro Paese, non risalgono al periodo 2006-2008, ma proprio all’epoca di Gatti, come immortalato anche in alcune celebri foto in cui il Patto brinda alla vittoria la sera del 9 novembre 2008.

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