Sulla relazione del Segretario Beccari al Cogresso

Sulla relazione del Segretario Beccari al Cogresso

Stato, sindacato e impresa alleati nel segno di nuovo sviluppo economico e sociale. E’ la direzione di marcia che il segretario Marco Beccari indica alla platea dei delegati riuniti al Teatro Turismo per seguire i lavori del 13° congresso della Confederazione Democratica.

Un’alleanza che segna anche una frattura netta con un passato anche recente, attraversato da referendum “fuori dalla storia” e da
“polveroni demagogici” che hanno bloccato “l’indispensabile riforma della previdenza complementare”. Ed è proprio sulla consultazione referendaria in materia di lavoro e scala mobile che parte il primo affondo: “Davanti ad un referendum che metteva in discussione risultati contrattuali, costati ai lavoratori dell’industria ed artigianato più di 90 ore di sciopero, abbiamo preso la decisione più coerente e più difficile: chiedere ai sammarinesi di non votare. Non potevamo, per chiari motivi di principio, accettare che un risultato contrattuale condiviso venisse messo in discussione con un referendum Istituzionale”. Linea di principio estesa anche al quesito sulla scala mobile: una scelta che se avesse avuto riscontro “avrebbe ucciso la contrattazione”. Accettare dunque la sfida e costituire un comitato contrario “significava accettare la possibilità di mettere in gioco tutti i risultati contrattuali, passati e futuri: significava non avere più certezze”. La decisione, ammette Beccari, “non è stata facile, ma anche stavolta la coerenza ha vinto. Non abbiamo però gioito più di tanto: il referendum, mai come in questa occasione, è stato così malamente utilizzato”. Nessuna avversione nei confronti dello strumento-referendario: “Personalmente ho grosse riserve sulla scelta Casinò, ma credo che questo sia veramente un argomento da referendum”.

Riforme ferme al palo. Ma è sul terreno delle riforme mancate, in cima alla lista c’è quella delle pensioni, che il numero uno della Confederazione Democratica usa le parole e i toni più duri. Nel riconoscere che qualche “passettino” è stato fatto con il provvedimento stralcio relativo al primo pilastro, Beccari non risparmia critiche sul resto: “Ricordo che in materia pensionistica siamo ancora al palo su un obiettivo per noi irrinunciabile: il secondo pilastro, la previdenza complementare. Una scelta che ha implicazioni importantissime per i nostri giovani, per chi domani non potrà probabilmente più contare su una risposta previdenziale come quella attuale. Non ascoltate chi vi racconta che del Secondo Pilastro non c’è nessun bisogno, che i soldi ci sono e che ci saranno e che una resa come quella attuale basta ed avanza. Non vi fidate degli esperti fai da te, di chi non sa nemmeno di cosa parla, di chi, nella sua colpevole ignoranza, cerca di coltivare diffidenza e malcontento. Di chi vi racconta che vi vogliono ‘portar via’ la liquidazione o la tredicesima, di chi non vi dice che il prelievo dovrà essere in parte a carico del datore di lavoro, di chi già oggi davanti ad una reale prospettiva di rilancio di una proposta così importante sta sollevando polveroni demagogici per ostacolare questo processo. Ricordatevi che non sempre chi si definisce progressista vuole il progresso”. Sull’altra riforma, quella dell’amministrazione pubblica, il leader CDLS prende atto della volontà di andare avanti (“ma siamo ancora ai tornanti del nido delle aquile… prima di arrivare alla pianura ci vuole ancora tempo”), mentre nell’elenco dei problemi ancora da risolvere inserisce la questione terza età (“dopo l’approvazione della carta dei diritti delle persone anziane non si è mosso più nulla”) e il nodo della doppia imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri: “Dobbiamo con decisione insistere per la ratifica dell’accordo sottoscritto tra Italia e San Marino, questa è la strada principale per mettere fine ad un contenzioso che tiene in sospeso un terzo della forza lavoro del settore privato”.

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