Sulle tensioni fra governo e Banca Centrale

Sulle tensioni fra governo e Banca Centrale

I Democratici di Centro hanno assistito in questi giorni un’accesa querelle fra i vertici di Banca Centrale ed il Congresso di Stato, fatto inusuale per il nostro sistema istituzionale, di fronte al quale non si può rimanere silenti. Il rimpallo delle responsabilità (o dei meriti) che tutti i sammarinesi hanno avuto modo di vedere non è stato certamente uno scenario esaltante per un paese che ha un sistema finanziario in piena emergenza. Il tenore degli argomenti e delle critiche emerse è talmente rilevante per cui impossibile pensare che questo si possa concludere con una resa dei conti all’interno del Comitato per il Credito e Risparmio convocato nella giornata di domani. I Democratici di Centro preoccupati per le conseguenze che questo scontro potrà avere anche sulla reputazione del Paese, per questo si attiveranno nei prossimi a livello istituzionale affinché la vicenda possa avere una chiarificazione nell’ambito del Consiglio Grande e Generale. I DdC chiederanno nel prossimo Ufficio di Presidenza l’inserimento di uno specifico comma in seduta pubblica nell’ordine del giorno del C.G. e G. di gennaio in cui si possa avere un riferimento del Governo e un’audizione di Banca Centrale, per mettere l’aula consigliare nella condizione di avere un quadro di riferimento netto e preciso rispetto ad un passaggio delicato per la vita del nostro Stato. Già nelle scorse settimane I DdC avevano chiesto – con un Ordine del Giorno – che la Banca Centrale e AIF riferisse al Consiglio Grande e Generale per mezzo delle commissioni consiliari preposte, atto normale per ogni paese democratico, necessario in un momento molto delicato per il sistema finanziario sammarinese. Purtroppo il Governo e la maggioranza hanno respinto l’Ordine del Giorno presentato dai DdC senza tanti complimenti, alla faccia della trasparenza e della volontà di dare conto di come lavori la vigilanza in ambito finanziario. Questo diniego ci preoccupa alla luce delle forti polemiche degli ultimi giorni e ci fa sorgere il sospetto che il Governo non vuole che Banca Centrale e AIF riferiscano al Consiglio Grande e Generale perché forse il timore che qualche oscuro segreto, o mancanza dell’Esecutivo, possa essere rivelata. I DdC – in ragione di ciò – proporranno entro il mese di gennaio un progetto di legge per modificare lo statuto di Banca Centrale e la legge istitutiva dell’Agenzia di Informazione Finanziaria, affinché sia previsto per legge l’obbligo e l’opportunità da parte del Consiglio Grande e Generale di svolgere periodiche audizioni di queste importanti istituzioni. Siamo curiosi di misurare su questo tema, per la seconda volta, la voglia di trasparenza che anima il Governo e la maggioranza che lo sostiene in quanto riteniamo che il Consiglio Grande e Generale abbia il diritto di conoscere i fatti direttamente dagli interessati e non leggendo il giornale dopo una conferenza stampa. Il sistema finanziario per uscire da una fase complessa ha necessità di regole nuove che forniscano autonomia a Banca Centrale ma permettano al Consiglio e non al Governo, di controllare l’attività condotta e rendere conto alla collettività. I DdC sono rimasti perplessi di fronte ad alcune scelte di Banca Centrale anche perché purtroppo l’unico metro di valutazione per giudicare scelte e situazioni stata la sola voce del Segretario di Stato per le Finanze e dei suoi riferimenti in seduta segreta del Consiglio Grande e Generale. Nel 2009 non è mai stato consegnato a un membro del Consiglio Grande e Generale alcun documento ufficiale di Banca Centrale che riferisse sulla situazione del sistema finanziario e delle criticità in atto. Questo è stupefacente per un Paese normale, ma non per la “San Marino in piena restaurazione”, nella quale si firmano accordi internazionali al buio con testi secretati. Un’ ultima considerazione. Siamo entrati da quattro giorni nel nuovo anno ma il clima di improvvisazione e di inefficienza politica pare essersi ulteriormente aggravato tra verifiche, contro verifiche e complessi da accerchiamento e rese dei conti con autorità che hanno avuto solo il torto di rendere pubblici meriti e demeriti del governo, manifestando una fragilità emotiva e politica del governo sempre più ostaggio del carismatico timoniere che ha iniziato il decennio ( il terzo nella sua guida della Repubblica) con il vento in poppa. E siamo solo ai primi giorni di Gennaio…

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