Sullo sciopero generale indetto dalla Csu per mercoledì 16 dicembre

Sullo sciopero generale indetto dalla Csu per mercoledì 16 dicembre

Guardiamo cosa sta accadendo:
le aziende manifatturiere nell’ultimo anno hanno perso circa 500 posti di lavoro;
la Cassa Integrazione ha raggiunto livelli pericolosi;
lo scudo fiscale toglie al Paese altra ingente ricchezza;
il bilancio dello Stato registra pesanti minori entrare.

Il nostro sistema ha perso alcuni dei principali fattori di competitività che fino a ieri hanno creato posti di lavoro e sostenuto il Bilancio dello Stato.
Si prospetta un futuro pieno di difficoltà e incognite.

Non si esce da questa situazione senza pensieri pesati e chiari.
Al volere chiaro devono seguire gli atti.

Le imprese garantiscono a pieno la copertura dell’inflazione sui salari perciò abbiamo chiesto formalmente alle due Confederazioni Sindacali di firmare le tabelle retributive per il 2009 e quelle con l’acconto per il 2010.

Abbiamo convenuto con il Governo la necessità di sostenere il reddito delle famiglie in questo momento di straordinaria difficoltà potenziando gli ammortizzatori sociali. Le risorse finanziarie verranno stanziate senza pesare sul costo del lavoro condizione indispensabile per non mettere a rischio altri posti di lavoro.
Il provvedimento sarà approvato con la prossima Legge finanziaria.

Abbiamo anche chiesto e concordato di incentivare, attraverso la formazione e la riqualificazione, la creazione di nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato.
Abbiamo bisogno da subito di poter contare su orari flessibili per rispondere ai clienti al pari dei nostri concorrenti e per ridurre il ricorso alla Cassa Integrazione.
Abbiamo chiesto di aumentare le ore di flessibilità. Attualmente il contratto ne prevede 20.

Il nostro pensiero è chiaro: servono altre proposte.
Occorre elaborare, condividere e mettere a disposizione concretamente altri strumenti se vogliamo far crescere nuovi investimenti capaci di creare altra economia, posti di lavoro, entrate per lo Stato.

Le imprese manifatturiere costituiscono la struttura portante dell’economia del Paese. Per restare a San Marino hanno assoluta necessità di recuperare competitività ed efficienza.
Abbiamo proposto di aprire un confronto per discutere la possibilità di lavorare di più, per mantenere le attuali elevate retribuzioni, per finanziare le pensioni, per avere orari simili a quelli dei nostri concorrenti e ridurre i costi di produzione.

Non possiamo pretenderlo, ma, dai Sindacati ci aspettiamo proposte e risposte concrete sulle quali confrontarsi apertamente evitando sterili e inutili conflitti.
Al Governo chiediamo di proseguire nell’azione di rinnovamento del Paese, per noi tutti ed in particolare per le giovani generazioni alle quali abbiamo il dovere di pensare.

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