Svizzera-Italia si guarda Oltralpe, Gabriele Frontoni, Italia Oggi

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Italia Oggi

Svizzera-Italia si guarda Oltralpe

Gabriele Frontoni


Il trattato sottoscritto tra Berna e Parigi, entrato
in vigore il 4 novembre scorso, a fare da modello per il nuovo accordo fiscale
tra Svizzera e Italia. È quanto prospettato da Amedeo Teti, direttore generale
per la politica commerciale del ministero dello sviluppo economico, nel corso
di un incontro bilaterale con una delegazione elvetica guidata
dall’ambasciatrice, Monika Riihl Burzi. Un vero fulmine a ciel sereno, se
confermato, che porterebbe l’Italia a rinunciare allo scambio automatico di
informazioni con la Svizzera
così come fatto dalla Francia nel 2009 all’indomani dello scoppio del caso
Falciani. Il Protocollo addizionale alla Convenzione siglato tra Berna e
Parigi, pur contendendo la ratifica dell’articolo 26 della Convenzione Ocse in
materia di condivisione delle informazioni fiscali, prevede infatti che
l’autorità competente possa formulare richieste di informazioni ‘verosimilmente
rilevanti’ con lo scopo di garantire uno scambio di informazioni in materia
fiscale il più ampio possibile, senza che sia tuttavia consentita la ricerca
generalizzata e indiscriminata di informazioni (‘fishing expedition’) o la
richiesta di informazioni verosimilmente poco rilevanti per il chiarimento
degli affari fiscali di un determinato contribuente. Come dire, stop allo
scambio automatico e via libera soltanto alla condivisione di dati su base
volontaria da parte delle autorità elvetiche. Un accordo di questo tipo,
secondo il ministero di Roma sarebbe sufficiente a consentire la rimozione
della Svizzera dalla black list italiana. ‘Se esiste un accodo europeo sulla
lotta contro le frodi ratificato dalla Svizzera il 24 ottobre del 2004 e
dall’Italia il 24 dicembre dello scorso anno che garantisce assistenza
amministrativa e giudiziaria che si estende anche a questioni di carattere
fiscale (tra cui la gestione dell’imposta sul valore aggiunto), non capisco
perché non venga applicato’, ha dichiarato Stefano Vescovi, consigliere
economico dell’ambasciata Svizzera in Italia. ‘Da noi la fiscalità indiretta è
monopolio della Confederazione. Non ci sarebbero problemi di applicazione
dell’accordo Ue già in vigore in dieci paesi’. Secondo Vescovi, le nuove black
list italiane non fanno altro che penalizzare l’attività economica degli
imprenditori proprio nel momento in cui lo stato dovrebbe tutelare la loro
attività messa a dura prova dalla crisi.

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