Tavolo Riformista: intervento del consigliere Simone Celli (indipendente)

Tavolo Riformista: intervento del consigliere Simone Celli (indipendente)

Sono molteplici le proposte che si stanno affacciando nel panorama politico: Assemblea Costituente, Governo dei saggi e dei tecnici e contenitore delle persone perbene e competenti, sono solo alcune delle ricette messe a disposizione della pubblica discussione.

Naturalmente ogni iniziativa merita rispetto e attenzione, tuttavia non posso non manifestare una certa preoccupazione verso posizioni che, almeno in apparenza, hanno l’obbiettivo di commissariare la politica e, cosa ancor più grave, la democrazia. Sono posizioni, infatti, che hanno l’intenso retrogusto di un ritorno al passato attraverso la riproposizione di un “notabilato oligarchico” e che confliggono pesantemente con la tradizione di libertà della Repubblica di San Marino.

E’ sicuramente vero che negli ultimi anni la politica ha messo in mostra tutti i suoi difetti e le sue lacune. E’ altrettanto vero che la politica deve rigenerarsi e rinnovarsi in modo significativo. E’ ancor più vero che le principali responsabilità dell’odierno dissesto economico, finanziario, sociale e culturale del Paese, sono imputabili alla politica. Tuttavia, sono convinto che la politica resti l’unico strumento con cui è possibile offrire alla comunità sammarinese una prospettiva seria e credibile. Personalmente ritengo sia pericoloso pensare di collocare la politica – anche se magari solo in via transitoria – in un ruolo marginale nell’amministrazione dello Stato per lasciare spazio ad una non meglio definita società civile, che talvolta viene utilizzata da “schermo” per occultare interessi indicibili e obbiettivi poco edificanti. La politica deve recuperare il primato nella gestione della cosa pubblica.

Al “fallimento” della politica, infatti, non si può rispondere con il suo momentaneo congelamento o addirittura con la sua eliminazione. Si deve rispondere mettendo a disposizione del Paese un nuovo progetto politico e culturale che sappia interpretare correttamente le istanze di cambiamento, rinnovamento e discontinuità, provenienti da ampie sfere di quella società civile a cui tanti fanno riferimento, e che riesca a ripristinare un adeguato rapporto di fiducia tra il cittadino-elettore e le istituzioni della democrazia rappresentativa.

Parallelamente poi, ci sono autorevoli esponenti politici che perorano la “causa” della ripetizione dell’attuale quadro politico con qualche aggiustamento, basato sull’“unione delle forze popolari” oppure sulla “collaborazione fra sinistra democratica e centro democratico”. Se non vengono riempite di contenuti, queste sono solo formule sterili e inconsistenti che hanno come unico fine, del tutto legittimo per carità, il mantenimento dei numeri necessari a governare.

In tale contesto generale, il Tavolo Riformista va considerato come una straordinaria opportunità di “ritorno alla vera politica”, dopo anni contraddistinti – perlomeno nel campo della sinistra democratica – dalla frammentazione e dalla disgregazione, dovute agli egoismi e ai personalismi dei quali io stesso ho una parte di responsabilità che non intendo assolutamente omettere.

Con il Tavolo Riformista si può finalmente guardare in avanti.

Secondo me, infatti, sono più che maturi i tempi per “regalare” ai sammarinesi una grande organizzazione politica che determini il superamento degli steccati ideologici tipici dell’epoca precedente alla caduta del Muro di Berlino; che garantisca l’unità dei riformisti sotto l’egida del socialismo europeo e internazionale; che operi per l’affermazione di una moderna democrazia dell’alternanza tra progressisti e conservatori, intesa non come pura e semplice contrapposizione tra due schieramenti bensì come ricerca di alleanze basate sulla condivisione di un’idea di società e di un progetto di futuro; che diventi l’architrave di un centro-sinistra di governo, largo e civico, capace di realizzare le indispensabili riforme strutturali sul piano economico e sociale; che non si vergogni di porre al centro della propria agenda programmatica i temi della cultura e dei diritti civili; che agisca concretamente per la definizione di un nuovo modello di sviluppo sostenibile orientato al progresso economico, civile e sociale; che declini in chiave moderna i valori della libertà e della giustizia sociale, collocandoli a fondamento di una comunità in cui ai diritti si accompagnino i doveri, in cui il merito prenda il posto delle raccomandazioni, in cui i privilegi corporativi lascino spazio alle pari opportunità, in cui la fantasia e la creatività siano premiate e non disincentivate.

Gli attori del Tavolo Riformista rompano gli indugi, eliminino tutte le ambiguità se ancora ci sono e abbandonino le diffidenze e i sospetti di un passato che deve servirci solo a far si che certi errori non si ripetano più.

Bisognerà essere coraggiosi e forse anche un po’ visionari. Di certo occorreranno rinunce e sacrifici da parte di tutti. Ma sono costi assolutamente sostenibili, se crediamo che sia giunto il tempo di ridare senso alla politica attraverso un progetto di alto livello che al prossimo appuntamento elettorale dia ai cittadini sammarinesi la possibilità di votare una forza politica in grado di rappresentare socialisti, democratici, laici, liberali e ambientalisti.

Questa è la svolta politica che gran parte del Paese attende e che i protagonisti del Tavolo Riformista devono avere l’ambizione positiva di guidare.

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