L’articolo sulle telecomunicazioni apparso ieri sulle testate locali offre lo spunto per tornare su un argomento che sta tanto a cuore alla cittadinanza quanto alla Segreteria di Stato con delega alle Telecomunicazioni.
Civico 10 sostiene che “il gioco debba iniziare col creare un’infrastruttura pubblica”. Questa Segreteria di Stato ha chiaramente illustrato in più occasioni che la scelta del Governo è stata proprio quella di dotare il Paese di un’infrastruttura pubblica, sia per la telefonia fissa con il progetto della rete in fibra ottica, sia per la telefonia mobile, sia per la trasmissione dati. Si è altresì lavorato sulla revisione/allineamento di tutte le convenzioni in essere con gli operatori di telefonia per garantire omogeneità di trattamento rispetto a situazioni pregresse assai discutibili ed eliminando esenzioni nel pagamento delle imposte ed assunzione da parte pubblica di oneri impropri.
La priorità oggi è risolvere i problemi pratici e far sì che la nostra Repubblica sia performante in questo settore, assolutamente strategico, presentandosi con un “biglietto da visita” adeguato per imprenditori e turisti.
Serviva tuttavia un lavoro preliminare complesso e delicato, col duplice fine di garantire servizi di TLC efficienti e la massima sicurezza per la popolazione in termini di esposizione ai campi elettromagnetici. Dunque, come illustrato alla cittadinanza nella serata pubblica del giugno scorso, è stato elaborato da una società altamente specializzata, la Polab S.r.l., un progetto tecnico che ha raccolto i dati sugli impianti esistenti, effettuato calcoli precisi e prudenziali di impatto elettromagnetico, di copertura necessaria a garantire un’adeguata ricezione del segnale sia per la telefonia mobile che per la trasmissione dei dati in mobilità, valutando con estrema attenzione ogni aspetto rilevante ai fini dell’implementazione della tecnologia 4G/LTE (ma più in generale per tutte le nuove tecnologie future, come ad esempio il 5G che sarà l’evoluzione del 4G).
Alcuni siti saranno sostituiti da nuovi proprio per garantire il minore impatto possibile a fronte di una maggiore copertura e di un segnale adeguato. Ciò infatti permetterà agli apparecchi di lavorare con minore potenza e dunque con minore rischio di impatto sulla salute. Il lavoro di realizzazione dei nuovi siti verrà avviato nei prossimi mesi.
La scelta di lasciare che i ripetitori rimangano di proprietà degli operatori, mentre saranno di proprietà pubblica il basamento e il traliccio, ha una forte logica. I ripetitori necessitano infatti di una puntuale manutenzione e sono soggetti ad una evoluzione tecnologica costante. Così, se da una parte gli operatori avranno maggiore libertà nella loro operatività, ovviamente seguendo le prescrizioni dello Stato, quest’ultimo non dovrà accollarsi spese certamente non di poco conto.
Va poi rilevato che il Piano strategico prevede la possibilità di essere aggiornato e integrato sulla base di nuove esigenze o eventuali nuovi operatori di telefonia.
Altro sarebbe se il nostro Stato avesse deciso di diventare operatore di telefonia, scelta che questo Paese storicamente non ha fatto e che non ritiene di fare, quanto meno in questa fase storica. Solo in questo caso avrebbe senso immaginare che anche i ripetitori fossero di proprietà pubblica.
Merita altresì sottolineare l’importanza del lavoro di della realizzazione della rete in fibra ottica in corso di completamento ad opera dell’AASS che con la copertura dell’intero territorio, che sarà a buon punto entro il 2016, garantirà prestazioni eccellenti per numerosi servizi ed il collegamento con gli impianti di telefonia mobile, per avere il massimo delle prestazioni offerte dai nuovi/futuri standard di comunicazione.
Dopodiché potremo concentrarci su aspetti teorici certamente importanti ma molto meno urgenti.