Tercas, commissariata. Corriere della Sera

Tercas, commissariata. Corriere della Sera

Commissariata la Tercas, la banca di Teramo, collegata alla SmibSan Marino  International Bank

CORRIERE DELLA SERA

L’Authority. La vigilanza: l’operatività normale prosegue. Il caso del crac da 500 milioni dell’immobiliarista Di Mario

Bankitalia ferma Tercas

Commissariata la banca

Fabrizio Massaro

Bankitalia ferma Tercas Commissariata la bancaMILANO — La Banca d’Italia ha commissariato ieri la Cassa di risparmio della provincia di Teramo (Tercas) per «gravi irregolarità e violazioni normative». La decisione è stata presa dopo un’ispezione della Vigilanza nell’istituto fino a ieri presieduto da Lino Nisii, scaturita anche «a seguito del coinvolgimento di Tercas in un procedimento penale della Procura di Roma relativo al fallimento di un gruppo immobiliare», come ha specificato Via Nazionale nel comunicato stampa. Dovrebbe trattarsi del crac da 500 milioni di «buco» dell’immobiliarista Raffaele Di Mario, patron della Di.Ma Costruzioni, noto per aver acquistato nel 2004 Palazzo Sturzo, già sede della Dc all’Eur a Roma. Sono una trentina le società creditrici di Di Mario, tra banche e gruppi del leasing. Tra i principali istituti che hanno affidato l’immobiliarista c’è Tercas, esposta per 23 milioni, accanto a Unicredit (circa 100 milioni), Italease (Banco Popolare), Unipol e Bnl.

Il provvedimento — clamoroso per un istituto regionale da 165 sportelli, 5,3 miliardi di attivo e 1.200 dipendenti quale è Tercas — è stato emesso il 30 aprile dal ministero dell’Economia ma è stato reso noto ieri, nel giorno in cui il commissario Riccardo Sora — che ha appena terminato il commissariamento della Cassa di risparmio di Rimini (Carim) — si è insediato negli uffici di Teramo della banca. Antonio Blandini, Silvano Corbella e Alessandro Portolano sono i componenti del Comitato di sorveglianza. Non ci sono comunque problemi di operatività: «La clientela può continuare a rivolgersi agli sportelli della banca, che prosegue regolarmente la propria attività», è la rassicurazione di Palazzo Koch. E anche Nisii ha voluto comunicare con una nota a «clienti e risparmiatori che l’istituto è in assoluta sicurezza. Nulla, quindi, debbono temere». Alla guida dovrebbe restare il direttore generale arrivato da circa un anno, Dario Pilla, proveniente dal gruppo Intesa Sanpaolo.
L’ispezione della Vigilanza del governatore Ignazio Visco aveva fatto emergere gravi irregolarità evidenziate anche dai sindaci nella relazione al bilancio 2011, chiuso con 9,3 milioni di perdita. «Il sistema dei controlli interni», scrivono i sindaci, «non è apparso adeguato alla dimensione, alla complessità della gestione aziendale e alle finalità indicate nel piano strategico triennale, avendo risentito molto del peso organizzativo e di riordino interno conseguente all’ingresso nel gruppo di banca Caripe», l’istituto pescarese acquisito nel 2010 per 228 milioni dal Banco Popolare. I presidi per i rischi, inoltre, secondo la relazione dei sindaci, non erano «idonei ad allertare efficacemente e tempestivamente i vertici aziendali». Il collegio comunque non ha riscontrato irregolarità, così come neanche il revisore Deloitte. A livello patrimoniale però l’istituto è in sofferenza, tanto è vero che lo scorso 27 aprile il consiglio di amministrazione ha varato la proposta di un aumento di capitale da 60 milioni per riportare il patrimonio dal 5,82% al 7,18% (dati a fine 2011).
Fabrizio Massaro

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