Tre domande alla politica sammarinese prima delle elezioni. Di Pietro Masiello

Tre domande alla politica sammarinese prima delle elezioni. Di Pietro Masiello

Il prossimo nove giugno l’elettorato sammarinese sarà chiamato a eleggere i propri rappresentanti nel Consiglio grande e Generale.

Da qui al giorno delle votazioni sarà un fiorire di programmi elettorali, un microcosmo di promesse spesso demagogiche fatte agli elettori durante la campagna elettorale dai partiti politici contenute in un numero tanto lungo di pagine, quanto spesso irrealizzabili, e come ci ricorda il sito Pagellapolitica.it, che con riferimento all’Italia sottolinea come Il 96 per cento delle promesse nei programmi elettorali italiani dell’anno 2022 fosse senza coperture finanziarie. Detta in modo più semplice spesso i politici promettono agli elettori che introdurranno decine di interventi, senza però specificare quasi mai dove reperiranno i soldi per finanziare le misure previste, quindi queste promesse solenni rimarranno lettera morta, aiutati spesso in questo, da un  corpo elettorale che, non si sa se, sfiduciato o disattento, dopo una settimana dimentica tutto.

A questo si aggiunga l’ulteriore difficoltà data dalla instabilità politica a San Marino come si evince dal fatto che, sin dal lontano 2006, nessun governo sammarinese sia giunto alla fine naturale del mandato, è pacifico come di per sé la longevità di un governo non sia automaticamente sinonimo di successo della sua azione, ma è indubbio che una durata troppo breve vada a compromettere in modo significativo la capacità di portare a termine gli obiettivi che l’esecutivo in carica si pone.

In vista delle complesse e future sfide che la maggioranza che uscirà dal voto,  dovrà  affrontare, si pongono tre domande alle forze politiche sammarinesi.

  1. Debito pubblico. Con un debito pubblico stimato a quota 1,255 miliardi di euro al 31/12/2022 (dati sanmarinofixing.com), e con una correlata ed elevata spesa per pagare gli interessi. Si ricorda come il ricorso al debito, sia un costo che ricade sulla collettività, e finanziare le misure con risorse a prestito si traduce in aumentare il debito come accaduto in questi anni rende più vulnerabile l’economia in caso di crisi inaspettate e choc vari, oltre poi al pagamento degli interessi maturati sul debito, che secondo alcuni graverebbero per  circa il 10% sulle uscite dell’intero bilancio pubblico. E’ pacifico come queste siano risorse che si sottraggono ad altri usi, per esempio per fare investimenti oppure si potrebbero erogare ulteriori servizi pubblici.

    Quali misure si intendono attuare in concreto per garantire la riduzione dello stock di debito pubblico e rafforzare la sostenibilità dei conti pubblici, anche al fine di assicurare la solvibilità e la stabilità finanziaria dello Stato?

  2. Denatalità. Sappiamo che l’inverno demografico è un fenomeno decennale molto diffuso nei paesi industrializzati che affonda le sue radici sia in motivi socioeconomici, sia in nuovo scelte e stili di vita da L. Ricolfi definiti alla stregua di iperindividualistici. A San Marino, come certificato dall’Ufficio Statistica la Repubblica attraversa una pluriennale fase di marcato calo delle nascite; nel 2022 il numero medio di figli per donna in età fertile è pari a 1,19, il valore più basso mai registrato, un livello che colloca San Marino ampiamente sotto la media europea, verificato che la forte decrescita demografica porta già il Titano a non realizzare i suoi interessi,e stante la difficoltà nel fare previsioni attendibili, la denatalità potrebbe creare problemi nel finanziare lo stato sociale nel futuro prossimo, ed a garantire la struttura dei servizi sociali e quasi certamente ad  una riduzione significativa di alcuni servizi (si pensi alla quasi certa chiusura di classi e plessi scolastici).

    Quali politiche demografiche di incentivazione alla natalità si propongono allo scopo di invertire la tendenza al calo demografico ? Con quali risorse finanziarie tali iniziative, saranno sostenute?

  3. Sanità pubblica. Il famoso economista Amartya Sen, sostiene che la salute sia un bene essenziale per l’individuo, ma è notorio come finanziare una sanità universalistica impegni molte risorse, nel 2021 la San Marino la spesa per l’ISS è stata pari al 7,4% del PIL, e in Repubblica l’Iss (Istituto per la Sicurezza Sociale) è notoriamente una eccellenza. Il sistema sanitario sammarinese nel 2021 è risultato il terzo migliore al mondo dopo quello francese e quello italiano, questo precisato, i dati demografici evidenziano un positivo e marcato innalzamento dell’età media della popolazione, ma questo si tradurrà (se si desidera garantire i livelli attuali di assistenza!) in un sicuro incremento nella spesa sanitaria ed assistenziale. Per chi non vi avesse fatto caso, queste osservazioni sono contenute pari pari nel piano sanitario 2021- 2023 alla pag 64 e sgg.  

    Quali sono le proposte per fare in modo che il sistema sanitario sammarinese continui  a soddisfare le richieste di salute della popolazione, è ipotizzabile una riorganizzazione delle funzioni sanitarie sul territorio? E’ possibile indicare con quali denari pubblici si finanzierà l’intero comparto?


La maggioranza che uscirà dalle urne avrà cinque anni per individuare studiare ed affrontare tutte le problematiche urgenti, oggi più che mai il Titano ha bisogno di strategie economiche demografiche e di finanza pubblica equilibrate sostenibili ed a lungo termine. Prima che, queste questioni trascurate si trasformino in emergenze economico sociali e siano cavalcate da chi, privo di proposte ed argomenti, le trasformerà in roboante propaganda tanto vuota, quanto inutile. 

Bernardino Ramazzini, noto medico sosteneva che Prevenire è di gran lunga meglio che curare”. 

Pietro Masiello



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