Tremonti sulla tassazione Econfin non molla. Tanguy Verhoosel, swissinfo.ch

Tremonti sulla tassazione Econfin non molla. Tanguy Verhoosel, swissinfo.ch

Roma intrattabile sulla fiscalità
del risparmio

Di Tanguy Verhoosel, swissinfo.ch

L’Italia ha rifiutato martedì di
sostenere un compromesso sulla tassazione del risparmio avanzato dalla
presidenza ungherese dell’Ue e dalla Commissione europea. Per Roma, la
direttiva europea – «scritta dalla Svizzera» – non sanziona gli Stati che non
la rispettano.

 La
presidenza ungherese dell’Unione europea (Ue) ha proposto ai ministri delle
finanze dei 27 Stati membri di consentire alla Commissione europea (l’esecutivo
comunitario) di preparare dei mandati negoziali con cinque paesi terzi
(Svizzera, Liechtenstein, Andorra, San Marino e Principato di Monaco).
 
L’obiettivo dell’Ue è di assicurarsi che questi paesi continuino ad applicare
misure equivalenti a quelle europee, nel quadro degli accordi sulla fiscalità
del risparmio conclusi con Bruxelles nel 2004.
 
Paravento per i frodatori
 
I 27 Stati membri intendono estendere il campo di applicazione della loro
direttiva, attualmente limitato ai redditi dei risparmi percepiti sotto forma
di interessi da parte dei non residenti, a una serie di nuovi prodotti (fondi
d’investimento, assicurazioni sulla vita,…). La direttiva andrebbe anche
applicata ad alcune “entità intermediarie” (fondazioni, trust,…) che potrebbero
servire da paravento per i frodatori.
 
A lungo reticente, il Lussemburgo ha alla fine approvato il progetto redatto da
Budapest. Una proposta che, a dire il vero, evita di affrontare la delicata
questione della soppressione del segreto bancario.
 
Lussemburgo e Vienna esigono di essere trattati allo stesso modo della Svizzera.
Non accettano dunque di rinunciare al sistema di trattenuta alla fonte, il
quale è applicato da Berna e consente ai risparmiatori di preservare
l’anonimato, per passare invece a un sistema di scambio automatico delle
informazioni tra le autorità fiscali. Perlomeno fino a quando anche la Svizzera non sarà
disposta a fare altrettanto.
 
Tigre di carta
 
L’Italia, al contrario, ha posto il suo veto all’adozione del testo, nonostante
la forte pressione esercitata negli scorsi giorni dalla presidenza ungherese
dell’Ue e dalla Commissione.
 
Il ministro italiano delle finanze, Giulio Tremonti, ha accusato alcuni Stati e
operatori economici di violare «sistematicamente» la regolamentazione
esistente.
 
La direttiva europea sulla fiscalità del risparmio «è stata scritta dalla
Svizzera», di cui «l’Unione è diventata membra», ha affermato martedì durante
il dibattito dell’Ecofin a Bruxelles. «È una tigre di carta», un testo che non
alcun effetto, ha detto.
 
«Sono stati imposti degli obblighi alle istituzioni finanziarie e agli Stati,
ma non è stata prevista alcuna sanzione» nei confronti di chi non li
rispettano. Questo «apre le porte agli abusi. È uno scandalo», ha aggiunto
Tremonti, accusando le banche di «utilizzare dei sistemi assicurativi o dei
fondi offshore» per sfuggire ai propri obblighi.
 
A corto di idee?
 
A prova della sua tesi, il ministro italiano ha citato i risultati
dell’amnistia fiscale condotta nel 2009. Un’operazione che avrebbe messo in
evidenza che i fondi dissimulati dagli italiani sono trenta volte superiori
alle cifre della Confederazione.
 
Ogni anno, Berna retrocede agli Stati europei di residenza dei clienti il 75%
del gettito delle trattenute fiscali. Nel 2008, Roma ha così recuperato 123
milioni di franchi, un montante però giudicato irrisorio.
 
Giulio Tremonti ha dichiarato che il suo paese si rifiuterà di fare la seppur
minima concessione fino a quando l’Ue «non si impegnerà ad applicare sanzioni
contro i paesi e gli operatori» disonesti, nel quadro dell’esame
dell’applicazione della legislazione europea esistente previsto a Bruxelles.
 
La Commissione
presenterà un rapporto entro la prima metà dell’estate, ha comunicato la
commissaria europea per la fiscalità, Algirdas Semeta.
 
Nell’attesa, l’Ungheria «tenterà di vedere in che modo fare avanzare il
dossier» prima della fine della sua presidenza europea, il 30 giugno, ha
annunciato il ministro delle finanze György Matolcsy. Ungheria che sembra
tuttavia essere oramai a corto d’idee…

 

Tanguy
Verhoosel, swissinfo.ch
Bruxelles
Traduzione e adattamento di Luigi Jorio

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