Con la sentenza di condanna della Karnak, di fatto è un po’ tutto il sistema economico della Repubblica di San Marino che viene messo sotto accusa.
Alessandra Nanni di Il Resto del Carlino titola: Il Titano alla sbarra / Per la Karnak condanna‘storica’ / Per il giudice l’azienda sammarinese doveva pagare le tasse in Italia
A Rimini è la prima sentenza del genere per un reato, quello dell’esterovestizione, che già da tempo ha aperto una ‘guerra’ fra il Titano e l’Italia che ha visto addirittura l’intervento del vescovo di San Marino, monsignor Luigi Negri, intervenuto in difesa della stessa Karnak.
I condannati sono Marco, Maurizio e Simona Bianchini, Marco Campidelli, Marino Angelini e Giuseppe Tedoldi.
Assolti invece Giovanni Pierani e Gilberto Fantini, avendo assunto le cariche quando il reato era già stato consumato.
Per gli imputati, i pubblici ministeri Leonardo Berardi e Luca Bertuzzi avevano chiesto due anni di carcere.
L’inchiesta, aperta dalla Guardia di finanza nel 2006, aveva concluso che l’azienda fondata dalla famiglia Bianchini aveva una stabile organizzazione in Italia e che quindi qui avrebbe dovuto pagare le tasse. Per gli investigatori, la sede legale a San Marino della ditta era servita alla Karnak solo per godere di una pressione fiscale più favorevole. I redditi erano però prodotti in Italia e non erano mai stati dichiarati.
Le Fiamme Gialle avevano quantificato un’evasione stellare, ma la condanna di ieri è relativa solo agli anni 2002, 2003 e 2004 (il resto è prescritto), per un totale calcolato dall’Agenzia delle Entrate di circa 5 milioni e mezzo di euro.
Non così per la difesa, rappresentata dagli avvocati Franco Coppi e Carlo Alberto Zaina che si erano battuti per dimostrare che l’azienda è sammarinese a tutti gli effetti. «Sono amareggiato — dice Zaina—le nostre ragioni in diritto sono forti, mi aspetto dalla motivazione ragioni ancora più forti delle nostre. Naturalmente ricorreremo in Appello, questa è solo il primo tempo di una ‘partita’ che ne ha tre».