Un Consiglio frustrato dai Referendum. Roberto Ciavatta, RETE

Un Consiglio frustrato dai Referendum. Roberto Ciavatta, RETE

Mi trovo in parte d’accordo, pur essendo sulla sponda opposta del fiume, con quanto detto da Beccari e da pochi altri interventi. Devo dire come coronamento di una pessima campagna referendaria non poteva che esserci un pessimo dibattito consigliare. Pessimo perché stiamo discutendo da una giornata intera su esiti di qualche giorno fa, domenica si sono chiusi i referendum e si sé stabilito quali hanno perso e quali hanno perso.

Del resto il comunicato di RETE e degli indipendenti diceva che riconosciamo che abbiamo perso il referendum sul polo della moda quindi vada avanti il polo della moda. Però quest’aula consigliare non voleva un dibattito ma una spedizione punitiva, un po’ come quei bulli che dieci contro uno, aspettano quell’uno dietro l’angolo; ma noi siamo di quelli che quell’angolo lo svoltiamo lo stesso, se non altro per il fatto che non diamo valore a quei bulli.

Allora qui avete messo in scena una caccia alle streghe, una sorta di richiesta di abiura a chi abbia una posizione eretica rispetto a quella di tutta l’aula consigliare, non si poteva chiedere il SI e chi ha chiesto il SI deve essere umiliato in aula consigliare. E questa è un’aula consigliare che ha portato qui dentro i tifi da bar e premia i giullari di corte che si prendono le pacche sulle spalle ovviamente attaccando quei poveri 10 %, che sono però il 10% solo dentro quest’aula.

Andiamo sui numeri, abbiamo sentito Mazza dire “6000 votanti in più per le elezioni” si ma bisogna andare a vedere i dati, perché tutti ripetono sempre, i numeri son numeri! ma fin quando non li interpreti. I dati vanno interpretati, quindi andiamo a vedere le elezioni 2012: votanti 21138 di cui 1913 esteri (perché gli esteri per le elezioni politiche vengono!)

Referendum 2016: votanti 16112 di cui 557 esteri. Vogliamo togliere gli esteri? C’è una differenza di 3600 persone.  Se togliamo gli esteri sul referendum  (7544 preferenze) e dalle elezioni per Bene Comune (9150 preferenze) ci sono 1600 voti di differenza, un 5%. E’ poco, no è molto, ma non sono i 6000 che si vuol far credere. Perché dico questo, perché mi voglio appigliare ai pochi o ai molti che hanno votato SI? No caro consigliere Mazza e cara aula consigliare, per il semplice fatto che voi non state attaccando 6 consiglieri, state attaccando 8000 cittadini sammarinesi e gli state dicendo che sono dei corrotti, che sono contro lo sviluppo del paese, che tuttalpiù non hanno capito un cavolo, perché questo state dicendo e non vi rendente conto della gravità di quello che state facendo.

Attenzione, non basta neanche il 50% degli elettori e in questo caso valgono anche gli elettori americani, argentini, francesi, perché pur essendo stati a casa volevano votare. No! Per voi erano convinti per il NO solo perché sono stati a casa, altrimenti sarebbero venuti di corsa dall’America per venire a votare.

Quindi non basta neanche il 50% degli elettori, allora diciamo un 33% dei cittadini sammarinesi , su questo ci troviamo d’accordo, ma voi pensate che un 33% siano degli idioti? Che non debbano godere di una rappresentanza in aula consigliare?

Parlando dei tre referendum passati: sul tetto degli stipendi, abbiamo fatto prima una norma del tetto a 180.000 e poi a 150.000 che questa maggioranza non sta facendo rispettare perché ci sono tutt’ora aggiramenti all’interno di Banca Centrale, allora forse è un segnale di sfiducia verso quello che fa la politica sammarinese.

Il quorum, il terrore dell’ impossibilità di governare in un paese di trentamila anime dove forse basterebbe comunicare prima con la cittadinanza. Se è vero che 6 persone nel tempo libero sono riuscite a incontrare la cittadinanza e se è vero che anche il grande dispiegamento di forze è riuscito a parlare con la cittadinanza, tanto che è riuscito a convincere una maggioranza dei votanti, forse potrebbe farlo sempre, ma perché no?

Perché da fastidio che la cittadinanza decida!

Per la preferenza unica, dal 2008 tutti ripetono che bisogna metterci mano, sono stato presente alle riunioni con il collegio estero dove la democrazia cristiana promette da anni che risolverà il problema, ma il problema è che non ha mai fatto niente perché le sta bene così.

Alla fine non influenza il voto quindi possono essere lasciati li dove sono!

Sul polo del lusso, polo della moda, o come volete, non dobbiamo dimostrare niente. Il giorno dopo con un comunicato abbiamo detto che avevamo perso quel referendum, parta pure il polo ci auguriamo che parta il prima possibile, ci auguriamo che sia in mano alle imprese sammarinesi e che porti un grande sviluppo a San Marino. Quindi di cosa stiamo parlando? Probabilmente della frustrazione di chi si aspettava un 60% e si è ritrovato un 50% risicato contro quei quattro buffoni che evidentemente hanno semplicemente incontrato il favore di una parte della cittadinanza che la pensava allo stesso modo. Sulle deroghe, perché non riconoscere che ci sono deroghe, le deroghe sono degli aggiustamenti, e se sono aggiustamenti che si credevano necessari perché negare che ci fossero. Si è parlato della necessità di mettere mano a una legge per rendere intoccabili gli investimenti…facciamola! Ma mettiamo anche per iscritto che è giusto che un segretario crei le condizioni perché vengano gli investitori, ma non è normale che un segretario faccia un contratto con l’investitore, neanche con la formalizzazione dell’aula consigliare. Deve dare le condizioni, fare leggi uguali per tutti e se vuole anche trovare l’investitore ma poi quest’ultimo lo porta a confrontarsi con gli uffici pubblici e il contratto lo fa negli uffici pubblici e non c’è in questo caso referendum che tenga!

Permettete che ci sia una parte della cittadinanza che nutra dei dubbi su quello che sta succedendo e che non è normale negli altri paesi, come invece è normale avere la preferenza unica in tutti i comuni italiani e invece qui ci si straccia le vesti.

E’ stato detto che la magistratura con la preferenza unica dovrà lavorare, siamo nel campo delle supposizioni, potrei anche dire che dovrà lavorare molto per tutto quello che sta dietro al polo del lusso, che non riguarda gli investitori ma per quello che si sono trovati una volta arrivati qui, ma siamo nel campo delle ipotesi. Stiamo facendo perdere tempo per un gusto sadico di attaccare chi evidentemente ha messo alla berlina una maggioranza che non esiste più,  un tavolo riformista che ha mosso poco o niente e che di fronte a una cittadinanza che è smarrita ha cercato di fare informazione cercando di farla in maniera umile anche di fronte alle critiche del pubblico. Di fronte alle solite confusioni velleitarie sui comitati referendari e chi li sostiene, certo che all’interno del comitato ci sono persone che provengono dai partiti (nel caso specifico del PRG) ma ci sono anche associazioni che non hanno mai avuto a che fare con i partiti. Poi ci sono le posizioni politiche di chi è contrario alla modalità con cui è stato portato questo investimento, con cui si è arrivati all’accordo e ai rischi di rottura dell’argine che la  magistratura aveva creato per un ritorno a pratiche che non vogliamo ritornino. Vigileremo, anche la maggioranza ha detto che vigilerà, ma non lo ha fatto fino ad oggi, sulla monofase, sulle utenze non pagate, sugli sforamenti dei tetti degli stipendi in Banca Centrale e continua a non farlo. Di fronte a tutto questo permettete che ci sia una piccola minoranza che pretende di voler parlare, che non è d’accordo con uno stato in cui è il singolo politico a fare accordi con i singoli investitori. Non è d’accordo perché non è normale!

 

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