Una giornata a Bassano del Grappa. Commissione Sammarinese Disabilita’ per l’Attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite-CSD ONU

Una giornata a Bassano del Grappa. Commissione Sammarinese Disabilita’ per l’Attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite-CSD ONU

UNA GIORNATA NELLA FATTORIA SOCIALE “CONCA D’ORO” DI BASSANO DEL GRAPPA.

Cos’è una Fattoria Sociale? Ne abbiamo sentito parlare al 1° Convegno Erickson “Sono adulto!” su Disabilità, diritto alla scelta e progetto di vita, svoltosi il 4 e 5 marzo a Rimini.

Così, cariche di curiosità e alla ricerca di risposte al tema della disabilità e del “dopo di noi”, siamo andate a visitare la struttura, coordinata da Luca Comunello. 

L’esperienza nasce dalla disponibilità di un rudere con 4 ettari di terreno, messi a disposizione da una Fondazione, che ha anche provveduto alla ristrutturazione della Fattoria.

Il progetto era chiaro: dare la possibilità a ragazze e ragazzi in età adolescenziale e maggiorenni, portatori di disabilità e disagio psichico, di vivere un’ esperienza di abilitazione al lavoro, non di tipo meramente assistenziale, ma proattiva a un percorso di vita indipendente.

Si trattava di esperire possibilità lavorative per ragazze e ragazzi con abilità molto diverse, fragili, a volte marginali e circoscritte. 

Il lavoro di studio, analisi, prove e verifiche è stato profondo e consistente, con l’obiettivo fondamentale della ricerca del benessere dei ragazzi. Gli effetti collaterali sono stati la soddisfazione delle famiglie e un grande entusiasmo fra gli operatori. 

La formazione dell’equipe degli psicologi è fondamentale. Al servizio si accede  con una valutazione della commissione specifica del Servizio Sanitario. 

La fattoria “Conca d’oro” lavora con 35 ragazzi con disabilità e disagio psichico, compreso lo spettro autistico, 10 dei quali in alloggio e 25 in accoglienza diurna. 

Le persone disabili non sono eterni bambini, crescono, sono adulti e devono avere comportamenti adeguati. Nella fattoria sociale non c’è la parte “riabilitativa” ma è tutta “abilitativa”, cioè si lavora per l’autonomia dei ragazzi, che, con il supporto di un operatore, ha una buona operatività. 

Il lavoro nei campi e nelle serre è l’attività principale, ma l’agricoltura non è per tutti e in fattoria sono previste attività diverse, come la trasformazione dei prodotti ortofrutticoli in marmellate e salse, il forno che produce pane, pizze e dolci, la vendita in bottega, al GAS locale e al mercato settimanale della città.

Non mancano attività dedicate alle scuole, diversificate in base all’età, con laboratori dedicati alla natura, alle coltivazioni e all’ecologia, che contribuiscono a costruire un ambiente inclusivo che supera ogni diversità.

E per chiudere il cerchio la Fattoria e dotata di un ristorante con un ottimo chef aperto a tutti, che propone menù elaborati con materie prime autoprodotte, quindi a chilometro zero, e biologiche. I ragazzi aiutano nella pulizia e nella distribuzione. 

In ogni attività è presente di volta in volta la collaborazione di professionisti dei vari settori: agricoltori, fornai, ristoratori, commercianti…

L’eccellenza del servizio sociale deve corrispondere all’eccellenza della gestione economica. 

I ragazzi pagano una quota sanitaria e una quota alberghiera, ma non sono solo le quote a mandare avanti la struttura, bensì contribuiscono in modo determinante la produzione e i servizi offerti al pubblico e alla comunità locale.

Per sottolineare l’abilitazione all’autonomia di vita praticata dalla Fattoria Sociale, esiste una “borsa lavoro” che viene attribuita settimanalmente a tutti i ragazzi disabili, calcolata in base alle ore di lavoro, pagata con un assegno.

I ragazzi in Fattoria hanno anche del tempo libero che occupano con attività teatrali e musicali.

Un percorso di formazione/lavoro è fondamentale per un giovane con disabilità, perché questo fa parte del processo di maturazione e acquisizione di una identità adulta. 

Non è facile adeguarsi alle regole e soprattutto ai tempi sociali e la fattoria è da sempre l’ambiente migliore per una differenziazione personalizzata del lavoro ed ha sempre offerto l’opportunità di inserimento e coinvolgimento di persone con disagio.

Nelle azioni stesse del coltivare sta il capovolgimento di punto di vista nei confronti della persona disabile, che da oggetto di cura perpetua, assume il ruolo di persona capace di prendersi cura di qualcosa che ha una vita sua.

L’azione agricola, che tollera un certo margine d’errore, favorisce senza penalizzare il giovane apprendista e i prodotti dell’attività proposti all’esterno favoriscono il processo autostima, di autonomia e di inclusione.

Dalla visita a Bassano del Grappa alla Fattoria “Conca d’oro” portiamo a casa grande entusiasmo e determinazione nel proposito di creare anche a San Marino le condizioni per costruire una realtà simile nel nostro Territorio in tempi brevi.

Il Presidente

Dott.ssa Maria Chiara Baglioni

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