Upr-Ps sulla legge in materia di sostegno allo sviluppo economico

Upr-Ps sulla legge in materia di sostegno allo sviluppo economico

Si poteva e si doveva fare molto di più. Questo e’ il nostro giudizio sulla legge in materia di sostegno allo sviluppo economico. Un provvedimento lontano dalla concretezza auspicata al Tavolo di Confronto. Concretezza che è stata posta al centro della relazione del Presidente di Anis, Emanuel Colombini, nel corso della recente Assemblea Generale.

“San Marino è davvero un terreno fertile per chi fa impresa? Ci sono le giuste condizioni perché lo spirito imprenditoriale si sviluppi? Perché si dovrebbe decidere di restare, o venire ad investire, lavorare o vivere a San Marino?”.

Con queste domande il Presidente di Anis ha centrato il segno. Sono questi gli interrogativi a cui dare una risposta immediata per far uscire il Paese dalla crisi. Siamo, invece, di fronte all’ennesima occasione persa. L’effetto più evidente è il frequente ricorso allo strumento del decreto delegato che rinvia scelte strategiche per poterle sottoporre ad ulteriori mediazioni politiche che non fanno presagire granché di buono. Se questa, come ha detto il Segretario alle Finanze, doveva essere la prima puntata di un percorso più ampio – per come si e’ chiuso il dibattito di venerdì notte – siamo molto perplessi.

Come affronteremo le prossime tappe del confronto consiliare da qui a settembre?

Il governo straparla in termini di condivisione ma, alla prova dei fatti, e’ stato il primo ad incendiare l’aula. Se questo e’ l’atteggiamento cosa succederà quando parleremo di IFP, riforma fiscale o spending review?. Il Governo deve cambiare radicalmente approccio.

Intesa per il Paese ha portato proposte dirette ad affrontare le emergenze. Considerate invece, dal Governo, come brodino caldo per fare ostruzionismo. Abbiamo posto problemi legati alla discrezionalità, al ruolo dello Stato verso il nuovo modello di sviluppo, contrastando l’aumento delle tasse. Pochi i punti recepiti, tantissimi rinviati “sine die”. Le misure individuate non sono all’altezza della dilagante disoccupazione e vengono aggravate dall’aumento della pressione fiscale e dall’arrivo della patrimoniale. La condivisione, da più parti agognata, non c’è stata. All’interno della maggioranza è prevalsa la necessità di conservare gli equilibri politici, peraltro già evidentemente precari.

Non a caso due voti sono mancati, tra le fila della maggioranza, all’appello finale.

La verità è che la legge sullo sviluppo è figlia di un compromesso che non scontenta nessuno all’interno della coalizione San Marino Bene Comune.

Un compromesso che non scontenta nessuno ma poco utile al Paese.

 

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