Le regole imposte dalla legge elettorale sono, per loro natura, necessariamente rigide. I partiti, i movimenti e, soprattutto, i candidati devono, per questo motivo, attenersi ad un ferreo rispetto a tali norme vincolando i rispettivi comportamenti. Le violazioni avvenute in questi giorni non possono essere quindi giustificate. Non possono essere, infatti, ridotte a ingenue sviste o – magari per ragioni legate ad un “bene comune” superiore – considerate frutto della stravaganza (o forse arroganza) di un candidato. Chiunque partecipi alla campagna elettorale deve concorrere in condizioni di assoluta pari dignità. Qualsiasi tipo di violazione non può essere tollerata in alcun modo. Il Segretario agli Interni, giorni fa, ha sensatamente detto che la prossima campagna elettorale sarà “dura, difficile e lottata”. Il problema è che, oltre ad aprirsi un periodo complesso, ci troviamo già di fronte casi in cui la legge è stata ampiamente violata con comportamenti assolutamente scorretti. A questo punto però è doverosa una domanda. Se non saranno comminate sanzioni adeguate – a carico di chi ha consapevolmente “sgarrato” – chi, fino ad oggi, si è comportato correttamente cosa si deve aspettare?
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