Upr: va ripensato il percorso per l’approvazione della legge di riforma fiscale

Upr: va ripensato il percorso per l’approvazione della legge di riforma fiscale

La riforma tributaria e’ un provvedimento organico ed articolato i cui effetti incidono direttamente sulla società intesa nelle sue varie sfaccettature.
Nella storia del nostro Paese, si pensi al 1984, vi fu un pesante scontro – proprio su questo tema – tra categorie economiche ed  il famoso “governo delle sinistre”.
Negli ultimi mesi si e’ ripetuto, con la proclamazione dello sciopero generale, uno scenario simile all’insegna del conflitto con le forze sociali.
Il nostro Movimento ha immediatamente invitato il Governo a ricercare le ragioni del dialogo con le categorie sociali ed economiche piuttosto che percorrere strade solitarie e impervie. Non a caso, a seguito dell’ulteriore sfarinamento della maggioranza e di una gestione fallimentare poco incline alla concertazione, il Governo – per evitare di rompersi definitivamente l’osso del collo – ha scelto (per modo di dire!) la strada obbligata dell’intesa con la CSU.
L’UPR prendendo atto di questa evoluzione ritiene, alla vigilia della prossima sessione consigliare, rivolgere un invito al Governo.
Lo scenario che i consiglieri si troveranno di fronte e’ punteggiato da alcuni elementi piuttosto paradossali.
Prima di discutere ed approvare la legge tributaria, il Consiglio Grande e Generale voterà’, infatti, l’Ordine del Giorno concordato con le forze sociali. In linea teorica potrebbe sembrare un passaggio lineare.
Peccato che i Consiglieri non siano nella condizione di conoscere i contenuti dell’accordo siglato (fatto di poco conto, sic!).
Peccato poi che l’Ordine del Giorno approvato andrà’ a fissare linee e precisi impegni (magari rinviando a decreti delegati) che – di fatto – supereranno il testo di legge che, di li a poco, verrà’ licenziato.
In sintesi si approverà’ una legge commissariata e già’ superata in partenza.
Siamo di fronte ad un pasticcio tale da fare impallidire le famose trame del “teatro dell’assurdo” di Samuel Beckett.
Non solo.
Si riduce il Consiglio in un inutile votificio chiamato solamente a ratificare.
Alla maggioranza, o meglio, a coloro che credono  ancora di esserlo più o meno convintamente suggeriamo una uscita di sicurezza onorevole.
Si confermi l’intesa raggiunta con la CSU approvando l’Ordine del Giorno concordato.
Ci si fermi li pero’.
Si apra quindi una fase – alla luce degli impegni che il Consiglio assumerà’ – per aggiornare un nuovo testo comprensivo delle intese raggiunte.
Perché’ approvare qualcosa che e’ già’ superato nei fatti e’ assolutamente incomprensibile.
Ma si sa la lucidità’, sempre più velata da liti interne, da veti, da ultimatum e da continui e contraddittori lanci di agenzia e’ un lusso che questo governo non si puo’ più permettere.

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