Vaccinazioni covid-19, a San Marino nulla si sa su tempi e organizzazione

Vaccinazioni covid-19, a San Marino nulla si sa su tempi e organizzazione

Sul Titano nulla si sa su tempi e organizzazione per la campagna vaccinale

Interrogativi anche sul perché del mancato approvvigionamento diretto, come avvenuto in passato

“Ridurre le proporzioni del contagio è necessario per preparare la strada alla campagna vaccinale che dovrà partire in maniera massiccia prossimamente”.

Lo ha detto il Segretario di Stato Roberto Ciavatta all’Ansa. Ma è quel “prossimamente”, che non indica una data certa quando in tutta Europa le vaccinazioni sono iniziate domenica, a preoccupare sul Titano. In particolare perché non risulta che ci sia un piano organizzativo per le somministrazioni e la distribuzione e stoccaggio del siero, cosa della quale oltre confine si è cominciato a parlare oltre un mese prima del primo vaccino somministrato domenica.

Lo rileva la dottoressa Miriam Farinelli, consigliere di Repubblica futura. “L’Europa da ieri ha dato inizio alle vaccinazioni anticovid e nei diversi paesi sono stati approvati i piani di intervento, con le indicazioni per le somministrazioni del farmaco, sia per identificare le categorie delle persone a rischio al quale saranno destinate per prime. A San Marino questo non è successo – rileva Miriam Farinelli – Non abbiamo ancora comunicazioni a questo proposito; non abbiamo notizie sull’allestimento della macchina organizzativa che dovrà governare una situazione così complessa dal punto di vista dell’approvvigionamento, della logistica, dello stoccaggio del numero delle figure che sono coinvolte nella somministrazione del vaccino. In molti Paesi è cominciato il tempo della speranza e del futuro: deve cominciare anche a San Marino. Tutto dipende per questa tragica malattia dalla somminstrazione del vaccino e dalla tempestività. Come consiglieri, come cittadini di questo paese e a nome di tutti i cittadini abbiamo bisogno di sapere il numero di dosi a disposizione della prima fase, le categorie con priorità nella somminstraizone, se sono stati acquistati tutti i materiali necessari, se sono stati predisposti dei luoghi, ospedalieri o territoriali, in cui somministrare il vaccino e se sono state previste delle postazioni mobili per vaccinare le persone che non possono muoversi dal domicilio. Inoltre è necessario conoscere il numero di medici e infermieri che saranno impiegati nella vaccinazione, se è in uso un sistema informatico importante per organizzare le forniture e le sedute vaccinali. Se è previsto un adeguato e specifico sistema di comunicazione per favorire l’ampia adesione alla una campagna vaccinale. La forza e il pugno di ferro non servono. Serve la comunicazione perché la gente capisca la necessità di vaccinarsi. Inoltre non abbiamo notizie sulla quantificazione economica che questa vaccinazione avrà sul nostro sistema sanitario e se le risorse per sostenere questo intervento sono state individuate. Tutti interrogativi ai quali noi e tutti i cittadini devono avere delle risposte”.

Un altro interrogativo, poi, se lo pongono diversi cittadini. Lo lancia su facebook Giuseppe Canducci, figlio del compianto dottor Sante Canducci. “Ma San Marino non poteva comprare il vaccino direttamente dalle case produttrici senza passare attraverso l’Italia? Secondo me le case produttrici avrebbero avuto interesse a valutare un paese completamente vaccinato in una settimana, frontalieri compresi. Invece così aspetta e spera…”

Considerazione condivisa da molti, tra cui Davide Forcellini, già consigliere di Rete. Tra l’altro, aggiunge Canducci, “San Marino è farmacia internazionale, ha molti più farmaci di quelli presenti in Italia. Inoltre proprio la Pfizer ha un rapporto storico con noi dagli anni ‘90…quando Viagra e un altro farmaco contro la calvizie arrivò sei mesi prima che in Italia”.  

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