Vallefuoco: ‘mi sono tenuta buona una banca con direttore e cassiere’. Antonio Fabbri

Vallefuoco: ‘mi sono tenuta buona una banca con direttore e cassiere’. Antonio Fabbri

Vallefuoco: “mi sono tenuta buona
una banca con direttore e cassiere”

I casalesi radicati dal 2000 tra l’Emilia e il Titano. Scambio di Sms tra il boss Livio Bacciocchi e il
Boss di Brusciano. Il primo piange miseria, il secondo minaccia di tirar fuori la “storiella dei gatti”

Dall’ordinanza del Gip, dunque,
il quadro risulta chiaro. 42 indagati,
due dei quali sono diventati
collaboratori di giustizia. 31
destinatari di ordine di cattura
per custodia cautelare, di cui 28
in carcere, e tra questi figurano
i nomi dei sammarinesi Livio
Bacciocchi, Roberto Zavoli e
Oriano Zonzini. Per tre la custodia
cautelare è stata disposta ai
domiciliari, per 9 indagati, tra cui
la moglie di Bacciocchi, Monica
Fantini, il Gip Isabella Iaselli non
ha concesso la custodia cautelare
mentre i cinque Pm la richiedevano
per tutti gli indagati.

In questa
operazione denominata “Titano”,
esplosa martedì all’alba, La destinazione
del riciclaggio è sempre
Fincapital, ma il committente è
il vertice dei casalesi, Francesco
Schiavone detto “Sandokan” o,
meglio, il figlio Carmine al quale
nel frattempo ha passato il testimone
alla guida del clan di Casal
di Principe. Obiettivo sempre lo
stesso: riciclare denaro attraverso
la finanziaria del Titano.

Gli affari della camorra
fin dal 2000

Secondo quanto riferito ai Pm
l’11 ottobre 2012 dal collaboratore
di giustizia Salvatore Venosa,
che assieme al figlio Umberto
ha deciso di collaborare con gli
inquirenti, “in relazione alla vicenda
degli investimenti in San
Marino, riferisce di aver saputo
da Cavaliere Raffaele, piccolo
imprenditore il quale operava in
San Marino ed in Emilia, in particolare
Modena dagli anni 2000,
che nel 2009 o 2010 il secondo
figlio di Ugariello Di Puorto e
tale Carminiello o Sbirro lo avevano
minacciato per costringerlo
a pagare delle porte che aveva acquistato,
ma che non aveva ancora
pagato; in tale contesto gli avevano
incendiato il camion”. D’altra
parte risulta dall’ordinanza che
nella zona, ovvero San Marino,
Modena, Rimini e paesi limitrofi,
c’erano in contatto con esponenti
della famiglia Schiavone. Si parla
poi di “alcuni appartamenti per
il valore di 4-500mila euro, intestati
a terze persone, che intendeva
vendere. Gli appartamenti
si trovavano a San Marino”. Secondo
quanto riferisce il pentito,
insomma, i casalesi si trovavano
in zona e sul Titano già da prima
del 2007. Era interessato ad investimenti
in Emilia con l’apertura
di cantieri edili a Modena e poi si
era spostato a San Marino.

La storiella dei gatti
Quando Fincapital è commissariata
e ci sono diverse indagini
pendenti su Livio Bacciocchi,
il notaio di Dogana comincia a
piangere miseria. E lo fa anche
con Vallefuoco. Nell’oridnanza
del Gip è riportata una serie di
sms che i due si sono scambiati in
data 16 dicembre 2010.
Il commissariamento durava già
da poco più un mese. Ecco i più
significativi:

Bacciocchi: “Sono indagato dalla
procura di Napoli: ho subito
perquisizioni in studio, a casa di
fronte ai miei figli, in Fincapital
hanno perquisito e portato via:
non posso più vedere e avere contatti
con soggetti campani senza
avvisare il Giudice che è venuto
alle perquisizioni; in questa situazione
per me terribile e prefallimentare
è opportuno non vedersi
nè sentirsi. Ti auguro ogni bene”.

Vallefuoco: “Grazie anche a te.
Ma tu devi incontrare una signora
stasera e farai sempre con lei
tua paesana perché se il problema
siamo noi che per sfortuna siamo
nati in Campania io non ti do rogne
ma gli impegni che hai preso
per quel lavoro lo mantieni e poi
gli amici come noi cioè io e te
non si lasciano in mezzo ai casini
dalla sera alla mattina. per tutto
quello che ho fatto per te ok”.

Bacciocchi: “Non ho le capacità
economiche di fare nulla: debbo
pensare a come dare da mangiare
alla mia famiglia visto che anche
la mia professione è in corso di
sospensione. Lasciatemi in pace
e per favore non chiamatemi più.
Grazie”
Vallefuoco: “Non scherzare”

Bacciocchi: “Non sto scherzando
sono distrutto economicamente
ma lotterò fino alla morte per
mantenere i miei figli. Non ho più
niente da prendere, sono nullatenente:
lasciatemi in pace”.

Vallefuoco: “E si fa come vuoi
non è un problema figurati ma
le parole vanno mantenute. Poi
un’altra cosa puoi far leggere anche
i messaggi o far ascoltare le
nostre telefonate ma se mi chiameranno
ho da raccontare anche
io delle storielle una su tutte sui
gatti perciò fa la persona seria che
sei mantieni gli impegni ed ognuno
per la sua strada”

Bacciocchi: “Io non ho né scheletri
né malefatte da nascondere;
puoi raccontare tutto quello che
vuoi; io voglio solo essere lasciato
in pace dopo che sono stato
derubato da tutti. Per favore non
cercatemi più. Non ho più nulla!”
(…)

Vallefuoco: “Un’ultima cosa e non
ti scrivo più quando hai dato ieri
a quei due sempre se gli hai dato
qualcosa perché il capocantiere lo
vuole sapere”

Bacciocchi: “Non hanno chiesto
nulla e non ho dato nulla. Mia moglie
è protestata x colpa mia, Fincapital
commissariata, io pluri-indagato,
non posso andare in Italia
e mi hanno revocato tutti i conti:
non intendo subire altre estorsioni
e quindi lasciatemi TUTTI in
pace e io facevo l’avvocato e le
carte giuste le ho davvero Non
voglio più vedere nessuno: i miei
avvocati sanno che cosa fare sia
in Italia che a San Marino perché
a loro ho detto e scritto tutto. Addio
per sempre e nella situazione
in cui sono non ho più paura di
nulla”

Vallefuoco: “Ma che cazzo scrivi.
paura estorsioni protesti, a me
ste cose non mi interessano ok ti
avevo fatto una semplice domanda
pensavo che qualche terrone ti
aveva dato fastidio perciò quello
che hai fatto con i tuoi avvocati
sono cose tue e provocate da me
se mi permetti ti sei affiancato a
delinquenti che ti hanno provocato
tutto questo a titolo gratuito
giusto abbiamo lavorato insieme
non e mai successo niente perché
sia io che tu siamo stati corretti
Vallefuoco intende scaricare tutti
i problemi del notaio sui nuovi
soggetti con i quali ha preso contatti
(Di Puorto, Agostinelli) evidenziando
che in passato non vi
erano mai stati problemi quando a
trattare era solo lui”.

Gli inquirenti non credono
agli interlocutori

“E’ evidente – si legge nell’ordinanza
– che nei messaggi i due
sono molto cauti e Vallefuoco è
subito pronto a rimbeccare i Bacciocchi
quando si lascia andare
ad affermazioni compromettenti;
entrambi professano la loro
correttezza mentre con cenni – a
buon intenditore poche parole – si
lanciano minacce di denunce reciproche.
Quando Bacciocchi si
atteggia a vittima, Vallefuoco gli
ricorda di poter riferire qualcosa
che metterebbe in crisi questa sua
difesa; d’altro canto Vallefuoco
parla di un “capocantiere” al
quale deve rendere conto e di delinquenti
ai quali il Bacciocchi si
sarebbe fatto coinvolgere mentre
lui vuole solo proteggerlo”.

La compiacenza delle banche
E’ ormai noto, secondo quanto risulta
da tutte le quattro inchieste
che ruotano attorno a Fincapital,
che, più o meno consapevole, la
compiacenza delle banche che lavoravano
con Bacciocchi sia stata
uno dei punti di forza dell’agire
del “sodalizio criminoso”, come
lo definiscono gli inquirenti.
Questo traspare da diversi passaggi,
ma in particolare in un punto
dell’ordinanza emerge che, al
sorgere di qualche difficoltà, nel
parlare con un certo Formicola,
traspare che forse in qualche caso
c’è più di una ingenua compiacenza.
Di fatto si parla di un affare
con “case a San Marino” . “Formicola
– si legge nell’ordinanza –
osserva che sta cercando di tirarsi
indietro perché questa situazione
delle case a San Marino” non lo
convince più di tanto “perché si
leggono sul giornale “certe cose”
(vedi a lato). Vallefuoco – si legge
nell’ordinanza – afferma che nella
zona lui si era tenuta buona un
banca con direttore e cassiere rimettendoci
il proprio danaro”.
Antonio Fabbri

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy