Verifiche in Italia nelle fiduciarie con collegamenti a San Marino. IlSole24Ore

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Verifiche sui registri delle fiduciarie

Marco Mobili

La lotta all’evasione internazionale fa rotta sulle fiduciarie. Nella mattinata di ieri i reparti della Guardia di Finanza e gli uomini dell’agenzia delle Entrate, hanno fatto visita (con 12 interventi mirati equamente ripartiti) alle principali società fiduciarie dislocate in cinque regioni d’Italia (Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna e Lazio). Nel mirino soprattutto i rapporti finanziari della clientela intrattenuti con l’estero e in particolare con i “soliti noti” Svizzera, San Marino e Lussemburgo.

Si è trattato in sostanza di “una raccolta dati mirata” così come era già accaduto, a partire dall’ottobre del 2009, quando la Gdf e le Entrate si erano concentrati sulle filiali di banche svizzere o con sedi territorialmente vicine a San Marino e di filiali di banche austriache e slovene presenti sul territorio (40 interventi complessivi su 259 filiali).
Come ha spiegato il direttore dell’agenzia delle Entrate, Attilio Befera – a margine della premiazione dei “magnifici 7” funzionari del 2010 – i verificatori sono andati a controllare il corretto adempimento degli obblighi di comunicazione all’archivio dei rapporti finanziari dei dati relativi alla clientela e delle operazioni svolte al di fuori di rapporti continuativi.
Un’attività di controllo ormai ritenuta strategica per l’amministrazione finanziaria, soprattutto per alimentare l’anagrafe dei rapporti operativa dal 2005. Nel database sono registrati, ad oggi, quasi un miliardo di rapporti e più di 90 milioni di soggetti che hanno effettuato operazioni extra-conto.
«Migliaia di dati e informazioni che possono essere incrociati con altri database o applicativi oggi messi a punto dal Nucleo speciale della Gdf», ha precisato Stefano Screpanti del III reparto operazioni del Comando generale della Guardia di Finanza. «Si tratta di sistemi – ha aggiunto – da cui è possibile attivare specifiche operazioni di indagini e, spesso, non solo fiscali. Si pensi ad esempio al riciclaggio».
L’attività di controllo svolta ieri resta dunque fondamentale per verificare la correttezza dei dati inviati all’anagrafe dei rapporti. «La tempestività e la “bontà” di queste comunicazioni – ha sottolineato Screpanti – sono alla base dell’efficacia delle indagini finanziarie per contrastare, ad esempio, il diffuso fenomeno dell’intestazione fittizia di patrimoni, disponibilità e strumenti finanziari a prestanomi, società di comodo o trust. Mezzi questi utilizzati per schermarne i reali beneficiari e ostacolare l’individuazione di fenomeni di evasione fiscale e riciclaggio, anche internazionale».
La “stretta” nei confronti delle società fiduciarie – società cioè che svolgono attività di amministrazione di beni per conto di terzi, ovvero di gestione di valori a loro affidati dalla clientela vestendo spesso anche i panni di “trustee” – ha dunque lo scopo di evitare che le stesse possano essere utilizzate per scopi di evasione fiscale. In sostanza – ha precisato Luigi Magistro direttore Accertamento dell’Entrate – «verificheremo che i dati inviati all’anagrafe dei rapporti corrispondano a quanto le stesse fiduciarie hanno registrato nella loro contabilità. In caso di mancata rispondenza tra i dati il fisco sanzionerà gli intermediari, così come è già accaduto per alcune banche».
I dati, ricordano dall’amministrazione finanziaria, vanno comunicati all’Archivio mensilmente in via telematica. I soggetti obbligati all’adempimento sono circa 13mila tra banche, Poste italiane, intermediari finanziari, imprese di investimento, organismi di investimento collettivo del risparmio, società di gestione del risparmio e ogni altro operatore finanziario. L’obbligo di comunicazione ricade anche sulle filiali estere di operatori italiani e, ovviamente, su quelle italiane di operatori esteri. Per conoscere i risultati dell’attività di verifica sulle fiduciarie occorrerà attendere solo qualche giorno.

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