Verso la trasparenza. Associazione SottoMarino sull’incontro Mics ‘Rischio fallimento’

Verso la trasparenza. Associazione SottoMarino sull’incontro Mics ‘Rischio fallimento’

Verso la Trasparenza
Tra i Consiglieri invitati come relatori all’incontro organizzato dal Mics “Rischio Fallimento? Come ne usciamo?”  – ovvero: Maria Luisa Berti (NS), Federico Pedini Amati (Psrs), Teodoro Lonfernini (Dc), Andrea Zafferani, Alessandro Rossi (SU) – e quelli presenti tra il pubblico, possiamo affermare che ieri sera alla Sala Ex-International era rappresentato quasi tutto l’arco parlamentare di questo Paese. Tralasciando le discussioni su quale modello economico applicare (crediamo non sia possibile affrontarlo in poche righe e nemmeno in un dibattito pubblico di poche ore), cogliamo al balzo l’appello del Consigliere Pedini Amati a rendere trasparente l’estratto dei conti correnti bancari dei Consiglieri.  Il tema della trasparenza, che SottoMarino da sempre ritiene assolutamente prioritario, impone infatti una riflessione seria e ampia, svincolata dai soliti toni propagandistici.
Un momento di Crisi, com’è intrinseco alla parola stessa (dal greco KRISIS=separo e decido),  è un momento di scelta e di svolta, dunque un momento favorevole che va colto come opportunità. L’opportunità di imprimere una nuova direzione, quella che NOI, i cittadini consapevoli, desideriamo. Questo, come ormai sappiamo, implica l’uscita dal regno della lamentela e l’entrata in quello della cittadinanza partecipata e attiva. Ma da dove cominciare ad agire, in un simile subbuglio? Come trovare il bandolo della matassa nel groviglio generale?
Di recente si nota che nel Paese molti animi si stanno risvegliando, anche a causa del disagio divenuto sempre più concretamente percepibile. Il fermento si sta traducendo in una fioritura di comitati – dei giovani, dei professionisti, degli imprenditori, delle donne disoccupate, dei precari, dei frontalieri… – ognuno con la sua specifica e legittima rivendicazione. Ma quando la coperta è corta accade che tirandola da un lato venga a mancare dall’altro, e così ci troviamo a constatare che l’ardore profuso nella difesa del nostro metro quadro di buone ragioni spesso ci porta a cozzare contro le buone ragioni di qualcun altro.
La sensazione è che in questa fase storica si debba mettere per un attimo da parte la contingenza, che prende sempre sfumature individuali,  per occuparsi del problema che sta “a monte” e che determina la globalità del malessere, di quella cioè che si può individuare come la  Grande Priorità. Perché tutte le criticità, anche se si volesse ricondurle ad un contesto più ampio del nostro piccolo territorio, da dove provengono se non da una mala-gestione? Una gestione nel migliore dei casi poco attenta e nel peggiore incompetente e personalistica, che ha causato l’appropriazione indebita e lo sperpero delle risorse anziché un accorto investimento delle stesse a favore di tutti.
Se c’è dunque una volontà di unire le forze al di là delle differenze, questa va necessariamente indirizzata a trovare il modo di ben gestire la res-publica, e questo obiettivo va perseguito senza compromessi, non lasciandosi accontentare da eventuali piccoli interventi concessi per sedare gli ardori di qualcuno o di qualche categoria, ma puntando dritti all’essenza, a quella Trasparenza che è diventata una necessità vitale e che a ben guardare significa riconsegnare ai cittadini un diritto che attualmente viene loro negato, cioè quello di sapere come vengono gestite le loro risorse, dove finiscono le tasse che sono chiamati a versare, come e da chi vengono prese le decisioni e quali sono le reali azioni dei rappresentanti che si sono scelti.
Ma perché la Trasparenza cessi di essere soltanto uno slogan con cui farsi belli sui giornali o nei comizi elettorali bisogna trovare il coraggio di stilare e poi applicare tutta una serie di norme che consentano intanto un reset  totale in termini di persone (sono troppi in Consiglio i nomi  pesantemente compromessi e non più credibili) e che subito dopo consentano di mettere in atto una gestione chiara, pubblica, fatta di dati puntuali e consultabili,  anziché di segreti inconfessabili e chiusi a doppia mandata in un cassetto.
Ormai ci è chiaro che l’attuale classe politica non ha alcuna intenzione di andare in questa direzione e che quindi aspettarsi un cambiamento reale “dall’alto” è pura illusione. Per questo è indispensabile che sia la cittadinanza a pretendere di vedersi riconosciuto il diritto alla trasparenza.
Di seguito alcune proposte che SottoMarino ritiene necessarie al fine di realizzarla:
1)  Pubblicazione del curriculum vitae dell’aspirante consigliere, ivi compresi  certificati penali e dei carichi pendenti
2)  Pubblicazione di ogni reddito, partecipazione societaria e patrimonio immobiliare sia per i consiglieri che per i dirigenti della PA. Per le partecipazioni societarie si richiede la completa pubblicazione (anche se inferiori del 5%) e le quote esattamente detenute.
3)  Rendere pubblico e consultabile online ogni consulenza e ogni contratto di collaborazione con persone o professionisti non facenti parte della PA. Si potrà avere al massimo un solo contratto di consulenza/collaborazione per volta per ogni soggetto.
4)  Responsabilità oggettiva dei consigli di amministrazione delle società (i comportamenti scorretti e penalmente o amministrativamente rilevanti della persona facente parte del consiglio di amministrazione, saranno estesi a tutto il consiglio di amministrazione)
5)  Pubblicazione delle proprietà delle fondazioni
 
6)   Rendere immediatamente operativa l’istanza d’Arengo (approvata all’unaminità) riguardante le delibere di spesa (istanza n°2 del 03/04/2011 approvata dal Consiglio Grande e Generale) sulla trasparenza dell’utilizzo dei soldi pubblici.
Movimento Sottomarino

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