William Colombelli, con soldi a San Marino, coinvolto in una inchiesta a Como. Paola Pioppi , ilgiorno.it

William Colombelli, con soldi a San Marino, coinvolto in una inchiesta a Como. Paola Pioppi , ilgiorno.it

ilgiorno.it

Bancarotta da sei milioni Indagati i vertici dell’azienda dei due fratelli dell’Erba bene

 Soldi a San Marino, chiusa

Paola Pioppi  

Erba, 1 giugno 2013 – Una bancarotta fraudolenta da quasi sei milioni e mezzo di euro, che ha coinvolto imprenditori e amministratori, del settore edilizio, immobiliare e impianti idraulici. A oltre un anno dal loro arresto che aveva portato i fratelli Gianluca e Alessandro Pina verso un periodo di custodia cautelare, il sostituto procuratore di Como Mariano Fadda, ha chiuso l’indagine sul fallimento della «Pina Impianti Termoidraulica srl» e della Al.Gi. Project srl, a cui si legano le società coinvolte: Nuvola Rossa s.r.l. e Serit s.r.l., tutte di fatto riconducibili ai fratelli erbesi, rispettivamente di 43 e 45 anni. Con loro, sono indagati Paolo Colombo, 42 anni di Caslino d’Erba, Claudio Massari, 36 anni di Longone al Segrino e Sabino Roberto De Venezia, 60 anni di Basiglio, liquidatore della «Pina Impianti», e depositario delle scritture contabili. Le ipotesi di conclusione delle indagini, hanno raggiunto anche Matteo Vatta, 46 anni di Besana Brianza, ex avvocato radiato dall’albo, che avrebbe emesso fatture per false prestazioni professionali per un ammontare di quasi 200mila euro, per poi restituire l’importo ai Pina una volta trattenuto il proprio compenso.
Infine ipotesi di riciclaggio per William Colombelli, 50 anni di Calolziocorte e Maurizio Sautto, 60 anni di Madesimo, per aver dirottato su conti correnti di San Marino, somme di denaro provenienti dalla bancarotta, o di appropriazione indebita in danno della società, poi dirottare verso una banca di Lugano e utilizzate da Gianluca Pina per acquistare un immobile in Svizzera. I due erbesi, pur non ricoprendo formalmente alcuna carica sociale, secondo le accuse avrebbero di fatto gestito tre delle società coinvolte attraverso una fiduciaria di Milano, con l’aiuto di Colombo e Massari, amministratori a vario titolo e in periodi diversi delle srl. De Venezia, commercialista milanese, liquidatore della Termoidraulica dei due Pina, da un lato avrebbe omesso di tutelare il patrimonio societario, a favore dei creditori. Dall’altro avrebbe contribuito a impoverire le risorse rimanenti.
Le condotte contestate dalla Procura di Como, parlano di distrazione e dissimulazione dei beni, tra cui quelli che sarebbero stati dirottati a San Marino, di bonifici bancari a favore dei fratelli Pina o della madre, assegni bancari emessi a loro favore o prelievi in contanti – quantificati in 75mila euro – da parte di Gianluca Pina. La lista delle contestazioni parla anche di contabilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, ma anche di trasferimenti degli introiti di locazioni a Nuvola Rossa. Infine si parla di ricorso abusivo al credito, per un credito di 225mila euro ottenuto dal Hypo Bank di Erba, presentando due fatture di Perego Strade relative a prestazioni inesistenti.

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