La Reggenza nella bufera
Il
grave caso del 1957: i Capitani Reggenti in primo piano nella lotta politica
Dalle elezioni
politiche del 1955 scaturì un Consiglio
composto da: 23 consiglieri del PDCS
(Partito Democratico Cristiano Sammarinese); 19 del PCS (Partito Comunista
Sammarinese); 16 del PSS (Partito
Socialista Sammarinese); 2 del PSDS (Partito Socialdemocratico Sammarinese).
Si formò, come del resto nella precedente legislatura, un
governo socialcomunista: Partito
Comunista Sammarinese e Partito Socialista Sammarinese.
Nel 1956 ebbero luogo i fatti d’Ungheria.
Nel marzo 1957 Alvaro Casali, consigliere e già Segretario
del Partito Socialista, unitamente ad altri 4 colleghi consiglieri, furono
espulsi dal loro Partito per certe
dichiarazioni e prese di posizione pubbliche nettamente anticomuniste.
Essi fondarono il Partito Socialista
Indipendente Sammarinese che si alleò con l’opposizione. Si creò in Consiglio
una situazione di stallo: 30 contro 30. Il governo però non si dimise. Il
Consiglio venne convocato dalla Reggenza
per il 19 settembre del 1957 con all’ordine del giorno l’elezione dei
nuovi Capitani Reggenti per il semestre 1° ottobre1957- 1° aprile 1958. Quella
per la elezione dei nuovi Capitani Reggenti è una convocazione d’obbligo,
imposta dagli Statuti (tale seduta del
Consiglio è valida qualunque sia il numero dei partecipanti).
Ebbene in prossimità della riunione del Consiglio del 19
settembre, Attilio Giannini, consigliere
del Partito Comunista Sammarinese, lasciò la maggioranza e passò
all’opposizione, dandone annuncio alla
Reggenza. La Reggenza poco dopo ricevette le lettere di dimissione dal Consiglio di 34
consiglieri del Partito Socialista e del Partito Comunista. Questi
partiti avevano fatto
sottoscrivere ai loro candidati, al momento dell’accettazione della
candidatura per le elezioni del 1955,
delle lettere di ‘dimissioni in bianco’ (fra le 34 lettere di dimissioni
presentate alla Reggenza, c’erano anche quelle dei consiglieri passati dalla maggioranza all’opposizione
e che non avevano certo più intenzione di dimettersi). Sulla base delle 34
lettere di dimissioni, la Reggenza
sciolse il Consiglio e preannunciò la convocazione dei
Comizi Elettorali per il rinnovo del Consiglio stesso. Per cui la seduta del 19
settembre già convocata per l’elezione dei nuovi Capitani Reggenti per il
semestre 1° ottobre 1957-1° aprile 1958 non ebbe luogo. Con la forza pubblica
la Reggenza impedì ai 31 consiglieri
costituenti la nuova maggioranza di raggiungere la Sala del Consiglio dentro il
Palazzo Pubblico, per eleggere i nuovi Capitani Reggenti che sarebbero stati
espressione, appunto, della nuova
maggioranza.
La nuova maggioranza (Partito Democratico Cristiano, Partito
Socialdemocratico, Partito Socialista Indipendente e Attilio Giannini), il 30
settembre diede vita a un governo
provvisorio (subito riconosciuto dall’Italia e dagli USA) in località Rovereta,
un promontorio sammarinese in territorio italiano sul versante di Rimini. Come
sede un capannone industriale, protetto
quasi per l’intero perimetro da
carabinieri italiani.
L’11 ottobre l’ex
governo socialcomunista abbandonò il Palazzo Pubblico, dove il 14 si installò
‘il governo provvisorio’. Quindi seguì l’elezione dei nuovi Capitani Reggenti
con scadenza 1° aprile 1958.
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