Con San Marino Tremonti non parla

Con San Marino  Tremonti non parla

Nessun dialogo politico ha avuto luogo fra il ministro italiano della Economia Giulio Tremonti dal momento del suo insediamento (ai primi di maggio 2008) ed i governanti della Repubblica di San Marino che da allora si sono succeduti a Palazzo Pubblico.

Né con quelli della precedente compagine né con quelli
dell’attuale.

Lo si ricava oggettivamente dall’articolo di Il Foglio,
pubblicato oggi a firma di Stefano Cingolani.

I governanti sammarinesi della precedente legislatura a più riprese avevano annunciato come imminente la firma degli accordi in discussione con l’Italia,
appena arrivato Berlusconi a Roma: cioè prima dell’inizio della campagna elettorale, che ha portato alle
elezioni del 9 novembre, e,soprattutto, durante .

Non è andata meglio ai governanti sammarinesi insediatisi il 4 dicembre 2008.
A proposito di questi ultimi, ha scritto Cingolani: ‘c’è stato un incontro con Tremonti al meeting di Cl a Rimini nell’agosto 2009. E poi una fugace visita dei due capitani reggenti (i capi di stato) a Berlusconi.
Peggio del nulla.
L’incontro di Rimini si è risolto in un processo mediatico ai rappresentanti sammarinesi che, fra Paesi normali, avrebbe portato almeno alla sospensione delle relazioni diplomatiche.
La toccata e fuga di venerdì 27 novembre 2009 dei Capitani Reggenti a Roma, accompagnati da Antonella Mularoni, Segretario di Stato per gli Affari Esteri, è stata preceduta dalla firma della resa dello Stato sammarinese avvenuta, appunto, il giorno prima a San Marino per mano dello stesso Segretario di Stato Mularoni.

L’articolo di oggi di Cingolani smentisce la ridda di voci su presunti incontri politici dei governanti sammarinesi con Tremonti alle spalle di Gabriele Gatti, Segretario di Stato alle Finanze, o su quelli millantati subito dopo l’annuncio delle sue dimissioni il 7 aprile in Consiglio Grande e Generale .

Proprio dopo l’autoallontanamento di Gatti sono arrivate una dopo l’altra due tegole mortali per l’economia sammarinese: l’inserimento formale nella black list di cui al decreto ‘incentivi’ e la richiesta dello scambio automatico delle informazioni nel settore finanziario.

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