San Marino. Antonio Fabbri sulla risposta di Iro Belluzzi a R.E.T.E.

San Marino. Antonio Fabbri sulla risposta di Iro Belluzzi a R.E.T.E.

Il commento di Antonio Fabbri (L’informazione di San Marino di ieri, sabato 27 giugno) sul lungo comunicato di Iro Belluzzi, Segretario di Stato al lavoro, in risposta a R.E.T.E. riguardo alle ultime vicende legate alla Legge sull’editoria.

Tre specificazioni per far capire
l’inattendibilità di quanto dice
il Segretario Belluzzi in due
pagine di comunicato, nel
quale su ogni riga ci sarebbe da
opinare.


L’articolo 6 comma 7 lettere
d) e h) elenca le attribuzioni
dell’Autorità garante che
risulterà formata da esponenti
scelti dalla politica (3 su 5) e
dagli editori (2 su 5), senza che
i giornalisti abbiano alcuna
voce in capitolo. L’articolo dice
testualmente che l’Authority:

“d) esercita i controlli sul
corretto esercizio delle attività
di settore, determinando e
applicando sanzioni in caso di
mancato rispetto delle norme;
(…)

h) esamina le segnalazioni
ricevute circa presunte violazioni
delle norme contenute
nel Codice Deontologico degli
operatori dell’informazione ed
applica le sanzioni previste dal
medesimo Codice”.

Ora, qualcuno spieghi a Belluzzi
– che parla dell’applicazione
delle norme come fosse la reazione
automatica e necessitata
dell’organismo alla somministrazione
di un principio attivo
farmaceutico – che l’atto finale
di valutazione e applicazione di
sanzioni, soprattutto nell’attuazione
di nozioni deontologiche,
implica un processo di
interpretazione e adesione del
codice al caso concreto, il che
comporta inevitabilmente un
notevole margine di discrezionalità.


Sempre per far capire l’attendibilità
del Segretario, sarà
sufficiente riportare la sua
relazione al progetto di legge
all’atto dell’approvazione.
Parlando dei membri di questa
Autorità, diceva che “vista la
volontà di rendere gli operatori
dell’informazione veri protagonisti
del settore nel quale
lavorano, saranno scelti solo
fra i professionisti del settore e
saranno: due indicati direttamente
dalla Consulta”.

Ebbene,
la Consulta non ha indicato
direttamente neppure uno dei
membri dell’Autorità, di fatto
estromettendo del tutto la voce
in capitolo dei giornalisti. Altro
che “veri protagonisti”.

Qualcuno spieghi, sempre a
Belluzzi, che i bilanci delle case
editrici, come di tutte le imprese
d’altronde, sono già pubblici,
poiché depositati presso gli
uffici competenti come richiesto
dalla legge. Anche dalla
211/2014, quella che ha fatto lui,
che peraltro dimentica come,
un’altra norma, cioè quella
sull’efficienza amministrativa,
preveda che un qualsiasi
apparato della Pa non debba
richiedere agli utenti documenti
che ha già a disposizione in
altro ufficio pubblico.

Ma questo Belluzzi, essendo
solo il Segretario al Lavoro,
potrebbe pure non saperlo

 

Leggi l’intero comunicato del Segretario di Stato all’Informazione

Leggi anche  l’intero comunicato  di R.E.T.E che tratta una serie di argomenti. Inoltre viene chiesto “di
tener conto della prassi oramai assodata in Consiglio, dove si è
stabilito venerdì scorso, grazie a un emendamento di RETE, che non solo
le persone condannate ma anche quelle rinviate a giudizio per misfatti
tra cui il riciclaggio non possano far parte di organismi previsti per
legge”
.

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