L’INFORMAZIONE DI SAN MARINO 12/04/200 (La resa
all’Italia)
Ancora non si conosce il testo dell’accordo firmato a Roma da
Fabio Berardi per San Marino e da Cesare Damiano per l’Italia in materia di
previdenza sociale. Si ha, però, la sensazione che il governo sammarinese si
stia rassegnando a una resa nei confronti dell’Italia. E che quello targato
Berardi non sia che il primo passo in tale direzione. E non solo riguardo ai
frontalieri.
Vincenzo Visco, nonostante i cambiamenti di governo in Italia e
a San Marino, ha imposto di cominciare a trattare non dalla convenzione contro
le doppie imposizioni, ma dall’accordo di cooperazione nella stesura Fini. Come
Gianfranco Fini, Visco sa di avere a che fare con interlocutori sammarinesi
disposti a cedere su sovranità ed economia in cambio di tolleranza sui
giochi.
Visco esige dai sammarinesi la firma di documenti-capestro su
frontalieri, finanza, ecc., nella forma più rigorosa, quella dell’accordo
internazionale. Ma, sui giochi, tace. Di fatto, non concede nulla. L’Italia, di
fatto, rimane libera di sfoderare – quando vorrà e nei termini che vorrà – il
trattato italo-sammarinese del 1953 (che li vieta). Insomma una beffa.
Eppure i governanti sammarinesi vanno avanti. A loro, come ai
precedenti, non interessa il futuro del paese, ma il presente. Il presente è:
assegnazione in pieno arbitrio delle gestioni dei giochi. Ed anche per il
frontalierato, perché dovrebbero preoccuparsi degli accordi, onerosissimi, che
andranno a sottoscrivere? Quel che conta è soddisfare gli speculatori
dell’edilizia con un nuovo flusso di clienti di una portata mai vista in
passato.
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