LIBERTAS 16/01/2008
Sulla Banca del Titano è ormai il caso di sintetizzare
le tappe della questione.
Dell’ammanco nella BdT si ha notizia all’inizio del
2006 (governo straordinario). E scatta subito il commissariamento.
Nel marzo 2006 il Congresso di Stato impegna lo Stato a
farvi fronte con soldi pubblici per una somma – pare – senza limite – con
una deliberazione bollata come sciagurata da Sinistra Unita, Alleanza
Popolare ed altre forze d’opposizione.
Il primo
governo post giugno 2006, con Su ed Ap nella maggioranza, non risulta
essersi preoccupato di premunirsi contro gli effetti devastanti di tale
deliberazione.
Solo il 27 settembre 2007 in Consiglio il governo
annuncia l’intenzione di intraprendere azioni legali contro i responsabili e
recuperare eventuali somme che potrebbe essere costretto a sborsare.
Il 25
ottobre 2007 la Bdt passa di mano: i nuovi proprietari (anonimi)
garantiscono i vecchi proprietari (anonimi) – in tre diversi punti dell’”Atto
di Cessione” -, che non intraprenderanno azioni di responsabilità per la passata
gestione.
Il 30 ottobre 2007 il Congresso di Stato decide di
intraprendere azioni legali contro i responsabili dell’ammanco. Decide, cioè, a
tempo scaduto. Cioè quando questi già si erano premuniti appunto con quella
garanzia ottenuta 5 giorni prima attraverso l’”Atto di Cessione”.
Nessuna meraviglia, quindi, che, a tutt’oggi, la
deliberazione del 30 ottobre 2007 non abbia avuto efficacia: a tutt’oggi non
c’è in corso alcun processo né civile né penale contro i responsabili di BdT.
Perché? Le azioni di responsabilità, nelle società, le decide l’assemblea dei
soci (Art. 56, Legge
47/2006). Cioè, in questo caso, lo
dovrebbero fare i nuovi proprietari. Vale a dire proprio quelli che sono
stati impegnati a non farlo. E lo Stato? Nell’assemblea dei soci della
Bdt, lo Stato non c’è : i milioni di euro che ha sborsato li ha dati a titolo
gratuito.
Dei responsabili del dissesto Bdt e dei destinatari di
tanta munificenza statale non si sanno nemmeno i nomi. Teoricamente i vecchi
proprietari e i nuovi potrebbero essere addirittura gli stessi. Insomma,
teoricamente, l’immunità se la sarebbero potuta creare da sé attraverso lo
stratagemma del’”Atto di Cessione”, con, in sovrappiù, i 16milioni di euro dello
Stato.
A non pensare male, si deve concludere che i
protagonisti sono degni di figurare in una novella di Boccaccio, giornata
delle burle. Una burla consumata fra lestofanti (o figli di m…tte) e politici
cialtroni. E, come finale, i sammarinesi in fila che pagano 500euro
a testa senza riduzione per i minori.
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