San Marino. Percorsi d’arte contemporanea: Cahun, Sherman, Goldin

San Marino. Percorsi d’arte contemporanea: Cahun, Sherman, Goldin

Percorsi d’Arte Contemporanea è una serie di lecture aperte al pubblico, con particolare attenzione alla comunità culturale sammarinese, in cui trattare idee, concetti e le molteplici forme di rappresentazione artistica delle più attuali tendenze dell’arte internazionale, proprio in vista del percorso da realizzare per la creazione ed apertura della GNAMC – Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea della Repubblica di San Marino.

Lunedì 24 aprile 2017 ore 18.15
Museo di Stato, Città della Repubblica di San Marino

Tre personalità figure centrali dell’arte del ‘900 e degli ultimi 50 anni: Claude Cahun, Cindy Sherman, Nan Goldin
relatore Rita Canarezza Operatore Culturale Istituti Culturali

Claude Cahun (1984, Nantes, Francia – 1954, Saint Helier, Jersey UK). Figura appartata e misteriosa. Fotografa, scrittrice, performer di teatro ed attivista, per troppo tempo è stata esclusa dalla lista dei grandi e ora è al centro di un acceso interesse da parte della critica internazionale. Tra il 1920 e il 1924 scrive i monologhi di figure femminili come Giuditta, Maria, Salomè, Saffo, Dalila, Elena, Penelope e Cenerentola, Eroine, che si raccontano fornendo una versione per lo più dissacrante della propria storia. Nei suoi autoritratti, frequentemente presenta se stessa, in uno svelamento ossessivo di mille e pari identità, vestita, truccata, mascherata, come una bambola a grandezza naturale o simile alla figura di Turandot. Claude Cahun giocò un ruolo importante nel primo Surrealismo. Nel 1937 per sfuggire dall’antisemitismo assieme alla sua compagna Suzanne Malherbe (che si firma Marcel Moore anch’essa scrittrice surrealista e fotografa, e sorella acquisita di Claude), andranno a vivere sull’Isola di Jersey dove passavano assieme le vacanze estive da bambine. L’isola sarà occupata dai nazisti nel 1940. Anonimamente disperdevano messaggi scritti e volantini anti-nazisti. Finite in carcere, il loro materiale verrà distrutto perché considerato pornografico e condannate a morte dalla Gestapo. La guerra finì appena poco prima della loro esecuzione. Il suo lavoro è stato riscoperto solo a partire dagli anni ’90.

Cindy Sherman (1954, Glen Ridge, New Jersey USA). Artista fotografa e regista, considerata già negli anni ’90 una delle artiste più influenti al mondo. Cindy Sherman da trent’anni ritrae se stessa, in self portraits concettuali; così facendo realizza sconcertanti autoritratti della società contemporanea, richiamando l’attenzione sullo stereotipo della donna come appare nella cinematografia, nella televisione e sui giornali. Il suo lavoro sarà velocemente inquadrato all’interno della critica femminista contemporanea. In realtà la sua ricerca opera un’indagine sull’identità in generale, lavorando sugli stereotipi e sui modelli della società. I suoi autoritratti nel corso del tempo, assumono man mano connotati grotteschi, distorti, ripugnanti, perversi. Sembra che la rappresentazione delle donne e di come la società le percepisce non possa prescindere da toni sempre più cupi e inquietanti. Una sua fotografia “la più cara della storia” è stata battuta all’asta da Christies nel 2011 per quasi 4 milioni di dollari. Sherman vive ed opera a New York.

Nan Goldin (1953, Washington USA). Decostruisce la barriera tra la macchina fotografica e il suo soggetto, il fotografo e la vita. Il ritratto la affascina, ma come strumento per far emergere il vissuto delle persone a lei care, immerse in contesti problematici diffusi nella New York degli anni ’70 e ‘80. Così nasce The Ballad of Sexual Dependency “è il diario che faccio leggere alle persone” una selezione e giustapposizione di diapositive a colori realizzate in diversi periodi e costantemente accresciute di numero nel tempo. Documenta le serate, gli abusi, gli amori, le perdite, i dolori di cui i suoi amici – artisti, attori e registi di Bowery – e lei stessa sono i protagonisti. Organizza proiezioni di queste foto, in cui il pubblico spesso coincide con le persone ritratte, e ne cura ogni volta anche la colonna sonora. Il progetto inizia a delinearsi come una ballata, non solo perché si ispira in parte ad una canzone dell’Opera da tre soldi di Bertolt Brecht, ma perché contiene un ritmo, un’andatura che Nan sperimenta a ogni proiezione. Nel 1986 diventa un libro, ormai ristampato diverse volte ed esibito in tutto il mondo. I critici paragonarono questa sua opera ai primi film di Warhol e John Cassavetes. Vive e lavora tra Berlino, Parigi e New York.

 

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