San Marino. Barbara Bartolini sul caso badanti

San Marino. Barbara Bartolini sul caso badanti

Nel corso dell”ultima sessione, il Consiglio Grande e Generale ha vincolato il Governo a rendere disponibile online e presso la Portineria dell’Ospedale di Stato la lista delle risorse disponibili all’assistenza ospedaliera non sanitaria e a rendere attiva la procedura dell’assunzione delle stesse mediante l’ausilio del Personale di Portineria e dell’Ufficio Relazioni col Pubblico. Tutte le forze politiche hanno siglato questo vincolo che impegna in modo ecumenico e trasversale l’Esecutivo a mettere in atto – entro il 31 maggio 2017 – tutte quelle accortezze e facilitazioni che arginino la marea montante del lavoro nero in corsia. Circa un mese fa, durante l’ultima seduta della Commissione Sanità, il Presidente della stessa ha descritto il fenomeno come “racket delle badanti”. Di qui il pressing del Parlamento al Governo per porre rimedio quanto prima alla questione. Chi scrive è fermamente convinta che una grossa parte della lotta al “racket” debba muovere dagli stessi utenti del servizio. Ecco qui di seguito alcune “dritte antiracket” da mettere in atto ogni volta che chi legge abbia la necessità di assistenza non sanitaria presso l’Ospedale (ad esempio di una cosiddetta “badante”). Intanto fermiamo un principio: i soldi che voi utenti pagate agli assistenti sono frutto del provento del vostro lavoro al netto delle tasse che avete versato, perciò rifiutatevi di mettere i vostri soldi “bianchi ” in mano a chi non paga a sua volta le tasse.

Come avere la certezza che la risorsa paghi le tasse? Se si tratta di un libero professionista (quindi con COE) – a fine servizio rilascerà fattura e ricevuta Smac, perciò la transazione sarà fiscalmente trasparente e deducibile in percentuale alla dichiarazione dei redditi. Nel caso ci si avvalga di assistenti che circolano nei corridoi, primo step da compiere è verificare che l’assistente di cui ci si vuole avvalere sia iscritta alla lista dei lavoro temporaneo e occasionale, disponibile presso l’Ufficio del Lavoro e dal 1° giugno, se il Governo è adempiente, disponibile online presso portineria e URP. Verificata l’effettiva iscrizione in lista, si assume la risorsa presso l’Ufficio del Lavoro o direttamente online, anche per un solo giorno. Effettuato l’avviamento al lavoro, ci si reca in direzione sanitaria, dove il familiare dei malato verrà invitato a certificare l’esistenza di un rapporto di lavoro subordinato regolarmente avviato tra la risorsa impiegata e la famiglia dei malato, che dovrà stipendiare la risorsa secondo la tariffa sindacale e versare i contributi previdenziali. Qui, chi legge presti la massima attenzione. Molti utenti, nel corso di questi mesi, si sono recati in Direzione Sanitaria con la perfetta convinzione in buona fede di “andare a mettere in regola la badante”, tant’è che e convinzione diffusa che “le badanti si mettono in regola in Direzione Sanitaria”. Attenzione: l’unico organo cui la legge accorda il potere di creare rapporti di lavoro subordinato produttivi di effetti giuridici è l’ufficio del lavoro e nessun altro!

La Direzione Sanitaria, sulla base di un’autocertificazione dell’esistenza del rapporto di lavoro tra voi e la risorsa, rilascia un permesso di permanenza in corsia all’assistente, pertanto “mette in regola” la sua permanenza in corsia, ma non costituisce una regolare assunzione. Pertanto, se prima di rivolgervi alla Direzione Sanitaria, non avete espletato le pratiche all’Ufficio del Lavoro, avete usufruito del lavoro nero. In mancanza di un rapporto di lavoro regolare, l’autocertificazione sottoscritta in Direzione Sanitaria è probabilmente falsa: si ricordi che certificare il falso costituisce un reato. Inoltre, qualora l’assistente dovesse infortunarsi durante l’attività lavorativa, la famiglia che l’ha assunta (anche inconsapevolmente) in nero, potrebbe incorrere in pesanti sanzioni. Inoltre, qualora la “badante”, autocertificata come residenziale, dovesse, per qualsiasi ragione, essere ricercata dalle forze di polizia, queste ultime si recheranno al domicilio della famiglia che ha sottoscritto l’autocertificazione.

Spendere in bianco e spendere meno si può e si deve: abbiamo la fortuna di godere di staff assistenziali di altissima qualità, quindi ricorriamo all’assistenza integrativa solo se ce n’è davvero bisogno e interrompiamone l’erogazione quando non serve più. Queste sono le semplici regole per avere assistenza qualificata senza rischiare nulla: assumete regolarmente, prestate attenzione a non fare false autocertificazioni, pretendete ricevuta Smac e fattura dagli imprenditori, erogate l’assistenza solo per il tempo strettamente necessario.

Informatevi: il lavoro in bianco costa meno e scaccia il marcio! Informatevi chiamando l’Ufficio del Lavoro e le organizzazioni sindacali, e pretendete di vedere rispettato il diritto ad una regolare assistenza di qualità e fiscalmente trasparente per i vostri cari.

Firmato: Bartolini Barbara

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