San Marino. Scontro verbale acceso sul tema giustizia

San Marino. Scontro verbale acceso sul tema giustizia

Dibattito acceso in Consiglio tra maggioranza e opposizione sulla lettera dei magistrati.

Lo riporta San Marino News Agency nel dossier sui lavori consiliari di ieri al Centro congressi Kursaal.

“Va riconosciuto che i problemi della giustizia non sono iniziati tre anni fa, ma molto tempo fa – ha detto Giovanni Maria Zonzini (Rete) -. Determinate persone hanno goduto della più totale impunità mentre veniva punito chi a questi poteri si opponeva e non voleva chinare la testa. Quello status quo è giusto che sia finito e non si può pensare, lo dico a entrambe le parti del Parlamento, di compiere una restaurazione”.

“Mi sento di esprimere solidarietà al collega perché ha avuto la libertà di smarcarsi non trovandosi d’accordo”, ha dichiarato Michele Muratori (Libera), riferendosi a Iro Belluzzi. Quindi un appunto sulle denunce a esponenti di Rete. “Mettere i propri fedeli ai vertici dell’amministrazione pubblica e poi farsi togliere le denunce? Le coincidenze sono tantissime e puzzano di non coincidenze. Siamo di fronte all’ennesimo sceneggiato tratto dal marchese del Grillo”.

“Viene invocato il rispetto della Commissione di Venezia – osserva Gian Nicola Berti (Npr) -. Vorrei ricordare che tre anni fa sono partite delle denunce alla Commissione di Venezia. Singolare che in tre anni ci sia stato un capovolgimento di fronte: tre anni fa chi ignorava quei principi oggi li invoca”.

“La prima domanda che mi faccio è: quale posizione terrà Rf davanti a questa lettera dato che nella passata legislatura si riteneva che potevano esserci dei possibili reati?”, si è domandato Alessandro Cardelli (Pdcs).

Filippo Tamagnini (Pdcs) è tornato sulle dimissioni dalla Commissione: “Non voglio che maggioranza e governo debbano sentirsi contrastati o frenati dal mio voto. È giusto rimettere il mandato quando non c’è sintonia di intenti. Soprattutto quando questo produce giudizi o pregiudizi sulle persone”.

Miriam Farinelli (Rf) ha parlato di “colpo di mano fallito in Consiglio giudiziario plenario” e di “aggressione alla giustizia”.

Per Matteo Ciacci (Libera), “non possiamo derubricare la lettera come atto vendicativo, ma dobbiamo interrogarci perché siamo arrivati a questo punto. Dobbiamo assolutamente evitare di isolare il nostro Paese rispetto ad organismi internazionali”.

Secondo Pasquale Valentini (Pdcs), il primo passo da compiere per la risoluzione delle criticità è “riconoscere che all’origine di questa vicenda c’è stata una prevaricazione che ha portato a cascata a tutto il resto”.

Il segretario di Stato per la Cultura, Andrea Belluzzi, definisce la missiva “un atto politico”. “La gravità – ha aggiunto – consiste nel fatto che un atto irrituale reca anche il timbro della cancelleria del Tribunale amministrativo, gli dà una veste istituzionale e non privata”.

Gloria Arcangeloni (Rete) ha chiesto “a Renzi e Rf di avere maggiore onestà intellettuale evitando affermazioni lontane dal vero”.

Fernando Bindi (Rf) si è rivolto alla maggioranza: “Mettete via la clava, e cominciamo a esaminare i fatti. Vi do come data il 2013, 2014: ci spiegherete perché un magistrato è stato mandato in esilio”.

Il segretario di Stato per il Lavoro, Teodoro Lonfernini, è andato all’attacco dell’opposizione: “Per nominare determinate persone avete modificato leggi dell’ordinamento giudiziario che prevedevano requisiti che oggi non ci sono più. Ci dobbiamo vergognare per il livello che negli ultimi anni abbiamo raggiunto: commissari della legge che si denunciano l’uno con l’altro. Commissari della legge che tutela interessi particolari. Questo non è un attacco preciso al sistema del nostro Paese?”.

Leggi il testo integrale del resoconto sui lavori consiliari di ieri al Kursaal

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