San Marino. Mascherine via, sport, lavoro, feste: calano le restrizioni per i vaccinati

San Marino. Mascherine via, sport, lavoro, feste: calano le restrizioni per i vaccinati

Sono destinate a fare discutere le misure adottate dal Congresso di Stato con il Decreto 85 in tema di incentivi alla vaccinazione nella Repubblica di San Marino.

Nella norma emanata ieri, infatti, sono state inserite molteplici agevolazioni ed aperture nei confronti delle persone vaccinate, ovvero coloro che hanno ricevuto entrambe le dosi, i guariti negli ultimi 6 mesi, coloro che hanno ricevuto una dose ma che hanno più di 50 anticorpi negli appositi esami. 
Al contrario, per i circa 6.000 sammarinesi che ad oggi non si sono ancora vaccinati, resteranno in vigore molte delle restrizioni che ci portiamo dietro dal 2020, a partire dall’obbligo di indossare la mascherina.

VIA LE MASCHERINE

Il comma 2 dell’articolo 2 precisa infatti che i vaccinati sono esentati dall’obbligo dell’uso della mascherina all’aperto.

Al comma 3 è scritto in più che “i lavoratori dei settori privati e pubblici vaccinati sono esentati dall’obbligo dell’uso della mascherina”.

Per quanto riguarda le protezioni a scuola, viene eliminato il divieto per tutti gli studenti di restare con la mascherina al banco. Per gli studenti più grandi, quindi nelle Scuole superiori, nel Cfp, nell‘Istituto musicale e all’Università, gli studenti vaccinati potranno restare senza mascherina sempre, mentre i non vaccinati dovranno indossare le protezioni “all’interno dell’edificio scolastico ogni qualvolta non siano seduti al banco”. 

Ancora più netta la divisione delle regole per il personale docente e non docente. In questo caso i non vaccinati sono obbligati ad “indossare continuativamente la mascherina all’interno e all’esterno dell’edificio scolastico”. Quindi anche mentre si insegna.  Al contrario i vaccinati potranno restare sempre senza mascherina.

 

ASSEMBRAMENTI CONSENTITI

Per i vaccinati ci sarà la possibilità di tornare ad assembrarsi in luoghi pubblici e privati. Lo prevede il comma 4 dell’articolo 2. Per chi invece non si fa iniettare il farmaco resta vietato raggrupparsi in più di 4 persone se non è possibile mantenere la distanza di sicurezza di almeno un metro e mezzo. Il numero massimo di 4 persone non vale, oltre che nel caso i partecipanti siano tutti vaccinati, anche per gli appartenenti allo stesso nucleo di conviventi.

  

NO VACCINO, NO PARTY

Il decreto autorizza poi “le manifestazioni, incluse quelle sportive, le feste, gli spettacoli e gli eventi di intrattenimento svolti in luoghi pubblici e privati sia all’aperto sia al chiuso”. La loro organizzazione verrà normata più nel dettaglio con un apposito Regolamento adottato dal Congresso di Stato su proposta del Dipartimento Prevenzione dell’Istituto Sicurezza Sociale e della Protezione Civile ed emanato dalla Reggenza.

Ma una cosa viene già precisata: le feste e le manifestazioni in cui è previsto il ballo “possono essere svolti solo all’aperto con limitazione di accesso ai soli partecipanti vaccinati”.

 

TORNA LA BRISCOLA

All’articolo 2 viene indicato anche che “nei locali aperti al pubblico è ammesso il gioco delle carte e ogni altro gioco da tavolo esclusivamente qualora venga praticato da clienti vaccinati”. Quindi niente briscola al bar se non ci si vaccina.

 

SPORT

Anche col Decreto 85 resta l’obbligo del distanziamento interpersonale durante l’attività motoria e sportiva, ovvero: “almeno 1 metro e mezzo di distanziamento tra le persone mentre non svolgono attività fisica”; “almeno 2 metri di distanziamento tra le persone durante l’attività fisica con particolare attenzione a quella intensa e/o alle attività corsistiche”; “almeno 2 metri di distanziamento interpersonale nelle piscine con un indice pari o superiore a 7 mq di superficie per persona”.

Ma queste limitazioni, esplicitate nell’allegato 1 al decretonon si applicano “tra i conviventi dello stesso nucleo e tra le persone vaccinate”.

Allo stesso modo le persone “vaccinate oppure non vaccinabili” possono prendere parte a “discipline sportive collettive o individuali di contatto nonché gli allenamenti a circuito ove è previsto l’utilizzo promiscuo di attrezzature”. Attività che ai non vaccinati restano vietate.

 

PERSONALE SANITARIO NON VACCINATO A CASA

Tra le iniziative più forti certamente c’è quella che riguarda il personale sanitario e socio-sanitario che non ci vaccina. Iniziative che la vicina Italia ha introdotto più o meno nelle stesse modalità il mese scorso.

Ad indicarle è l’articolo 14. In pratica al personale in forza all’ISS “con qualsiasi formula contrattuale” che decide di non vaccinarsi viene sospeso il diritto “di svolgere prestazioni o mansioni che implicano contatti interpersonali con pazienti o utenti” delle strutture dell’ISS come l’ospedale o il Casale La Fiorina.

La sospensione di tale diritto vale sino al 31 dicembre 2021 e viene giustificato con la necessità “di tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell’erogazione delle prestazioni di cura e assistenza”.

Il decreto specifica che nel giro di massimo 10 giorni tutto il personale ISS non vaccinato verrà censito e a ciascuno verrà fissata data, ora e luogo della vaccinazione. Tali informazioni verranno comunicate al soggetto per raccomandata con ricevuta di ritorno. Qualora la persona espressamente invitata non si presenti per la somministrazione del vaccino, il CUP ne trasmetterà il relativo nominativo al Capo del Personale ISS “per le opportune determinazioni”. 

Che possono essere due. Nel primo caso al soggetto vengono affidate “mansioni alternative” al contatto con i pazienti, quindi continuerà a lavorare nell’ISS seppure con compiti diversi. Ma nel caso non sia possibile adibire il soggetto non vaccinato a mansioni alternative, questi viene collocato in aspettativa non retribuita obbligatoria. Quindi resta a casa senza stipendio. 

L’aspettativa sarà invece retribuita nel caso il non vaccinato presenti un “certificato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate e attestate dal medico di medicina generale”.

Nel caso la persona decida successivamente di vaccinarsi potrà tornare alla mansione originaria.

 

VACCINI NON PIU’ GRATUITI

Il decreto introduce anche un incentivo economico per chi si vaccina al più presto. O meglio, un disincentivo per chi si vaccina più avanti. Infatti farsi iniettare il siero costerà 50 euro per gli assistiti ISS nel caso prenotino la dose dopo il 31 maggio 2021.

Soltanto chi ha contratto il coronavirus nei sei mesi precedenti al 31 maggio 2021, potrà prenotare la propria vaccinazione gratuitamente anche dopo quella data, ma entro i sei mesi dall’avvenuta guarigione.

La data del 31 maggio non è casuale. Come ha spiegato in questi giorni il Direttore generale dell’ISS Alessandra Bruschi al Tgcom24, entro maggio San Marino conta di finire la fase massiva della vaccinazione in cui si è arrivati ad iniettare più a mille dosi al giorno, così da riportare il personale sanitario alle mansioni originali e far ripartire tutte le attività ospedaliere.

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