Leo Rondelli, ex dipendente AASS, torna a tirare in ballo l’invaso di Gorgascura, progetto nato nel tentativo di assicurare l’autonomia idrica della Repubblica di San Marino.
Stimolato dall’articolo sulla “crisi idrica” del geologo Dott. Fabio Pedini pubblicato su Tribuna del 6/09/2012, non potevo che ricordare un pezzo di storia riguardo alla costruzione di un bacino a Gorgascura.
Su alcuni punti concordo perfettamente sul fatto che a livello politico e dirigenziale, dagli anni ‘80 in poi non è stato fatto nulla (a parte qualche intervento dell’ A.A.S.S.).
Purtroppo certe cose (come la proposta di una riserva idrica) anche se molto importanti, passano inosservate o, peggio ancora, chi aveva la responsabilità politica e di gestione del settore non ha preso sul serio il problema idrico a San Marino.
Nel lontano 1995 fu fatta dal sottoscritto la proposta, condivisa anche dai colleghi di lavoro, di creare una riserva idrica in territorio; proposta corredata da una descrizione tecnica, con i relativi vantaggi che potevano derivare, primo fra tutti quello economico. (ogni tanto se ne parla ma solo quando siamo a secco). Nel 2007 con un articolo sul quotidiano La Tribuna dal titolo “Con l’acqua alla gola non si arrivano a bagnare i piedi”, riprendevo l’argomento e scrivevo: “già negli anni ’70 la Segreteria Affari Esteri aveva commissionato uno studio approfondito atto a creare un bacino ed un parco faunistico botanico” (studio prof. Pino Ambrosetti).
Leggi l‘articolo di Leo Rondelli ex dipendente A.A.S.S.
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