Benché a San Marino i conti pubblici siano in una situazione disastrosa, non passa in Consiglio Grande e Generale la proposta formulata da Cittadinanza attiva (Sinistra Unita e Civico10) di costituire un task force per il recupero dei crediti dello Stato cioè delle somme che lo Stato deve riscuotere (170 milioni circa solo per il pagamento della monofase).
Si passa ai voti. La Reggenza propone il voto palese, qualcuno comincia a votare
alzando il braccio quando, dai banchi della maggioranza, viene richiesto il voto
segreto.
Parte la votazione elettronica e zac, come un fulmine a ciel sereno,
l’agognato emendamento milionario (una volta tanto milioni di euro a favore
dello Stato) viene bocciato con trentuno voti contrari, ventidue favorevoli e
due astenuti.
Il voto segreto ha impedito che i difensori in Consiglio dei
privilegi di casta mostrassero apertamente la loro identità.
Amarezza
dall’opposizione e sconcerto in alcune frange della maggioranza che avevano
appoggiato l’iniziativa dei tre Segretari di Stato. La tensione post voto era
palpabile perché la trattativa aveva creato un clima di serena collaborazione
come auspicato da tutti i gruppi politici all’inizio di legislatura.
Vedi comunicato stampa, Cittadinanza attiva