1° Maggio: l’urgenza di salvare il lavoro. Marco Tura (Segretario Generale Cdls)

1° Maggio: l’urgenza di salvare il lavoro. Marco Tura (Segretario Generale Cdls)

Il  paradosso segna anche quest’anno le celebrazioni del Primo Maggio: la festa del lavoro inevitabilmente deve fare i conti con  l’assenza di lavoro. Nell’ultimo biennio, infatti, il numero dei disoccupati è rimasto costantemente sopra quota mille, fino a toccare negli ultimi mesi 1600 unità. Un macigno insopportabile  per la nostra piccola Repubblica, perché siamo convinti che San Marino si salva se si salva il lavoro. E’ dall’inizio della “grande crisi” che la CDLS e l’intero movimento sindacale incalza i Governi che si sono succeduti alla guida del Paese a costruire un progetto capace di attirare nuovi investimenti e un piano che riporti il nostro settore manifatturiero a macinare punti di Pil e posti di lavoro.

In queste settimane si sta discutendo, anche animatamente, del cosiddetto Polo del Lusso: un investimento economico-occupazionale nel settore del commercio e servizi. Un investimento che, al di là degli annunci e delle promesse, deve innanzitutto rispondere  ai doveri della massima trasparenza e dove i costi e benefici per la collettività devono essere definiti con la massima chiarezza.

Ma è del tutto evidente che l’eventuale Polo del Lusso appare una risposta insufficiente di fronte all’emergenza occupazionale che stiamo attraversando. C’è un settore  tradizionalmente strategico come quello industriale che sia per numero di chiusure aziendali che per numero di licenziamenti ha pagato costi altissimi. E’ dunque impossibile non ricordare che ci sono alcune storiche aziende sammarinesi, con centinaia di dipendenti, che rischiano di chiudere i battenti perché non riescono ad accedere a linee di credito.

Il Primo Maggio diventa dunque l’occasione per  chiedere con forza una soluzione concreta e rapida a queste emergenze. E’ indispensabile che il sistema bancario torni a sostenere l’economia reale e il lavoro. Anche perché il  vecchio modello di sviluppo a trazione finanziaria, che ha prodotto diseguaglianze e bolle speculative, è definitivamente tramontato.Mancano insomma riposte, risorse e chiari obiettivi di rilancio per il settore industriale, che resta un “motore” indispensabile per far ripartire la crescita. Anche per questo  non va perso altro tempo sul fronte del rinnovo contrattuale, proprio per garantire certezze economiche ai lavoratori e stabilità sociale alle imprese.

Credo di poter dire, senza paura di essere smentito, che quest’anno sono due i sentimenti prevalenti dei lavoratori sammarinesi: il timore e la speranza. Il timore che gli effetti di una tremenda crisi, non ancora completamente superata, mettano in seria difficoltà il posto di lavoro di chi ha ancora la fortuna ed il merito di detenerlo. La speranza che quel piccolo barlume di luce, che si intravvede in fondo al tunnel, diventi presto un cielo sereno ed assolato.

Con l’animo di chi vuole vedere il bicchiere mezzo pieno, piuttosto che mezzo vuoto, auguro un buon “Primo Maggio” a tutti i lavoratori e cittadini del nostro Paese, che abbiano voglia di impegnarsi per ritrovare il senso di comunità e per dare con il lavoro, valore e dignità al futuro di San Marino.

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