61.ma SAGRA MUSICALE MALATESTIANA

61.ma SAGRA MUSICALE MALATESTIANA

COMUNICATO STAMPA

LA FILARMONICA DELLA SCALA DIRETTA DA SEMYON BYCHKOV PER LA 61.ma SAGRA MUSICALE MALATESTIANA

Giovedì 9 settembre ore 21 Auditorium Palacongressi di Rimini

Rimini, 8 settembre 2010 – Sarà l’orchestra Filarmonica della Scala condotta da Semyon Bychkov la protagonista assoluta del concerto che avrà luogo giovedì 9 settembre alle ore 21 presso l’Auditorium Palacongressi di Rimini, nel cartellone sinfonico della 61.ma Sagra Musicale Malatestiana. La serata propone al pubblico un viaggio in musica che da Richard Wagner, con l’esecuzione del Preludio e Morte di Isotta da Tristan und Isolde, passa attraverso la Suite dal Mandarino Meraviglioso di Béla Bartók per arrivare alla celebre Sinfonia n.6 in si minore op.74 Pathétique di Petr Ilic Cajkovskij.

La Filarmonica della Scala è una compagine indipendente fondata da Claudio Abbado insieme ai musicisti scaligeri nel 1982, con l’obiettivo di sviluppare il repertorio sinfonico nel contesto della grande tradizione operistica del Teatro. L’orchestra realizza una autonoma stagione di concerti e la stagione sinfonica del Teatro e ha instaurato rapporti di collaborazione con i maggiori direttori della scena internazionale.

Semyon Bychkov ha diretto le maggiori orchestre degli Stati Uniti, d’Europa e della Russia e dal 1997 è Direttore Principale del WDR Sinfonieorchester Köln. Stimato per la capacità di ricreare il repertorio più familiare in forme nuove e convincenti, Bychkov si caratterizza per chiarezza interpretativa e lucentezza del suono, realizzate attraverso una tecnica elegante ed eloquente ad un tempo.

Biglietti da 15 a 35 euro in vendita anche sul circuito Vivaticket. Per informazioni tel. 0541.24152

Il Preludio e il Liebestod (Morte per amore) di Isotta sono i passi più noti di Tristano e Isotta, il dramma musicale che rappresenta la tappa più significativa del teatro di Richard Wagner. Fu lo stessoautore ad ideare l’accostamento in un unico pezzo sinfonico dei due brani strumentali che stanno all’inizio e alla fine del Tristano e Isotta per le esecuzioni in forma di concerto. Nella versione sinfonica la voce sopranile di Isotta è rimpiazzata dal timbro pastoso e rotondo di un corno inglese. L’ambiguità armonica, l’acceso colore strumentale, il cromatismo esasperato, la tecnica di sviluppo e di conduzione polifonica dei tre Leitmotive fanno di questo brano un preciso punto di riferimento per tutta l’evoluzione del linguaggio musicale moderno. Tristano e Isotta venne composto tra il 1857 e il 1859. La prima esecuzione del Preludio e morte di Isotta ebbe luogo a Praga il 12 marzo 1859, sotto la direzione di Hans von Bülow; il 25 gennaio 1860, diretto dallo stesso Wagner, il dittico venne presentato a Parigi.

Bela Bartòk compose A csodálatos mandarin ( ‘Il mandarino meraviglioso’) a Budapest tra l’ottobre 1917 e il maggio 1918, ispirandosi ad un canovaccio inteso come pantomima dello scrittore e commediografo Menyhèrt Lengyel. A Bartòk non interessò tanto la trama scenica quanto i risvolti del dramma nei quali erano insiti possibili riferimenti al particolare momento di crisi politica tra l’avvicinarsi della caduta dell’Impero Austro-Ungarico e l’incombere della rivoluzione successiva. Alla prima rappresentazione che avvenne allo Stadttheater di Colonia solo il 28 novembre 1926, il pubblico rimase scosso e la critica gridò allo scandalo.
Definita “oscena”, la pantomima fu subito proibita dal sindaco di Colonia Konrad Adenauer. La musica riuscì però ad imporsi nelle sale concertistiche in veste di suite sinfonica. Eseguita la prima volta nell’ottobre del 1928 dalla Società Filarmonica di Budapest, la partitura della Suite non si discosta da quella della pantomima se non per due piccoli tagli e per la sostituzione dell’ultima scena con un finale più compatto ed efficace sinfonicamente.

Petr Ilic Cajkovskij riassume nella sua opera le aspirazioni ed i conflitti degli intelletuali russi nel periodo che va dall’abolizione della servitù della gleba (febbraio 1861) alla vigilia del nuovo secolo. Su questi contrasti nasce la Sinfonia in si minore n. 6 op. 76 ‘Patetica’, la sua ultima straordinaria partitura ed anche la più pessimistica. Il brano, scritto tra febbraio e marzo del 1893 ed orchestrato durante l’estate, è dedicato al nipote Vladimir L’vovic Davydov e rappresenta una delle vette più alte, amate e immortali del sinfonismo ottocentesco tra Romanticismo e Decadentismo. Un’opera-testamento, tant’è che Cajkovskij morì solo sette giorni dopo averla diretta per la prima volta, a San Pietroburgo, il 16 ottobre 1893. Il titolo ‘Patetica’ fu suggerito al compositore dal fratello Modest, all’indomani della prima esecuzione. La concezione della Patetica sconvolge la retorica della sinfonia ottocentesca, spostando alla parte finale il movimento lento, tradizionalmente collocato al centro, e comprendendo all’interno due movimenti mossi, uno soltanto dei quali, l’Allegro con grazia, riconducibile a una convenzionale tipologia sinfonica, quella dello Scherzo. Le dinamiche, che si estendono dal fortissimo al pianissimo, e le indicazioni di tempo che nel primo e nell’ultimo movimento cambiano di continuo sembrano il segno di un’insita nevrosi.

Biografie e foto degli interpeti sono reperibili nella press room del sito Internet, all’indirizzo

http://www.sagramusicalemalatestiana.it/press/

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