Rimini. Usura e indebitamento: dichiarazione del Presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali

Rimini. Usura e indebitamento: dichiarazione del Presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali

La classifica pubblicata sull’edizione odierna del quotidiano “Il Sole 24 ore” riguardante l’esposizione all’usura e all’indebitamento dei territori italiani offre alcuni spunti di analisi interessanti anche in chiave locale. La provincia di Rimini si posiziona al quarantesimo posto, nella parte alta della graduatoria, dato in linea con quello delle altre province del nord e nord est. Se a livello nazionale gli indicatori pubblicati evidenziano in maniera piuttosto evidente una netta cesura tra territori del nord (i primi 25) e quelli del sud (gli ultimi 25), più sfumati sono invece gli scostamenti all’interno delle stesse regioni.

Rimini ottiene un risultato nella media, dimostrando di essere ancora una realtà territoriale in grado, grazie agli anticorpi sociali, istituzionali e civici, di tenere rispetto ai potenziali rischi di infiltrazioni criminali. L’indebitamento e l’usura, infatti, sono il più delle volte spie di una penetrazione malavitosa che si fa aggressiva e che assalta i soggetti deboli colpiti dalla crisi, precondizione favorente l’aggressione. 

Proprio in un momento di grande difficoltà come quello attuale è ancora più forte per le piccole e medie imprese con l’acqua alla gola, finire nella stretta dell’indebitamento e, potenzialmente, dell’usura. Un rischio ancora più presente in realtà economicamente appetibili come la nostra, dove la malavita cerca di infiltrarsi con il proprio denaro nero,sfruttando la contemporanea presenza di alcune criticità, come il perdurare della recessione economica, il calo del consumo ed il razionamento dei finanziamenti del sistema creditizio. 

Le peculiarità territoriali riminesi probabilmente spiegano, almeno in parte, il settimo posto (su nove) tra le province emiliano romagnole, lasciandoci alle spalle Modena e Ferrara.

Proprio su questo aspetto di recente è stata anche la Prefettura di Rimini, nell’ambito della Conferenza regionale delle autorità di Pubblica Sicurezza,  a sottolineare rispetto al territorio riminese come “le associazioni criminali tendono ad inserirsi nei settori imprenditoriali a più alta redditività. L’usura, in questa fase di crisi economica, si sta trasformando in un meccanismo associativo di tipo imprenditoriale, rivolta in genere alle piccole e medie imprese, finalizzato ad impossessarsi progressivamente della stessa attività economica del debitore o dell’intero suo patrimonio, mettendolo in condizione di non poter più adempiere alle obbligazioni contratte”. 

Su questi aspetti particolari la ricerca del Sole 24 ore ci pone dunque in evidenza sia alcuni lati positivi, la sostanziale tenuta del tessuto produttivo e sociale riminese, che aspetti migliorabili, il posizionamento rispetto alle altre realtà della Regione Emilia-Romagna. Mi sembra doveroso sottolineare in chiusura come, rispetto a queste criticità, le Istituzioni, insieme alle Forze dell’Ordine e all’associazionismo, siano attive e vigili rispetto al rischio di infiltrazioni, attraverso l’avviamento di nuovi strumenti di osservazione e vigilanza per promuovere una vera e propria cultura della legalità. Io credo che fenomeni quali l’usura abbiano soprattutto necessità di un deterrente forte: la credibilità delle istituzioni e la solidità del sistema economico e sociale. Se si indeboliscono questi due pilastri, peraltro entrambi incidenti sul rapporto fiduciario tra Stato e cittadini, più facile per la criminalità organizzata sarà aggredire persone, imprese, attività e territori”.


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