A far di nuovo polemica nei confronti di San Marino sulle scelte adottate per fronteggiare l’emergenza coronavirus è il deputato romagnolo di Italia viva, Marco Di Maio.
“Il Covid non si ferma al confine tra gli Stati; ma sembra che le autorità sammarinese pensino di godere di una immunità speciale. Che purtroppo, però, non hanno. Con l’Emilia Romagna e le Marche che entrano in zona arancione, è tanto più incomprensibile che la Repubblica di San Marino continui a mantenere le proprie misure come se quasi non ci fossero più problemi di coronavirus, permettendo a bar, ristoranti e locali di restare aperti fino a mezzanotte – scrive Marco Di Maio, deputato romagnolo di Italia viva, sulla propria pagina Facebook -. Nessun governo nazionale, regionale o locale ha come sua massima aspirazione quella di imporre restrizioni a propri cittadini; ma di fronte a un pericolo per la salute pubblica, chi ha ruoli istituzionali ha il dovere di prendere decisioni anche impopolari. Anche a San Marino, che non si trova su un’isola dispersa in mezzo a qualche oceano, ma è un’enclave inserita tra Romagna e Marche, due regioni che stanno pagando un prezzo altissimo in termini di vittime, danni economici e sociali”.
L’attacco di Marco Di Maio nei confronti del Titano prosegue: “Ignorare tutto questo mantenendo pressochè intatte molte delle proprie abitudini, è a dir poco irrispettoso ed eticamente assai discutibile. Rispettiamo l’autonomia di ciascuno Stato, ma va rispettata anche la libertà di giudicare ciò che fanno altri. E almeno quando parliamo di tutela della salute pubblica, territori così strettamente legati dovrebbero allineare le proprie misure. A poco vale la rassicurazione che le autorità sammarinesi riescano a controllare tutti i locali sul Titano: perchè il problema non è che le attività rispettino le regole. Il punto è che le persone non devono circolare, non devono aggregarsi e non devono rischiare di ammalarsi. Poi certo, c’è anche uno schiaffo morale che viene dato alle analoghe imprese delle zone limitrofe: in Italia stanno compiendo enormi sacrifici, assieme ai loro collaboratori, in nome di una lotta al Covid alla quale non sembrano essere chiamati i propri concorrenti che lavorano sul Titano”.
“È giusto, alla luce della consolidata relazione di amicizia tra Italia e San Marino, delle ripetute richieste di aiuto, dell’attenzione che il nostro Paese garantisce al Titano? Per me no e chiediamo, se necessario anche con atti formali, al governo italiano di agire”, sottolinea il politico italiano che infine lancia un appello al governo sammarinese: “Amici delle istituzioni di San Marino: lasciate da parte i calcoli politici, la popolarità o altre considerazioni. Quelle le farete dopo: adesso proteggiamo tutti la salute. La nostra e quella di chi ci sta attorno”.
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