Aeroporto, il capriolo non si fa catturare. Provincia: “Ora dobbiamo abbatterlo”
Non sono riusciti a catturare il capriolo che da più di un anno vive all’interno dei confini dell’aeroporto di Miramare e senza volerlo è diventato un pericolo per chi decolla e atterra. Alla fine di giugno era già prevista la sua “esecuzione”, ma la mobilitazione degli ambientalisti e della Provincia hanno concesso una via d’uscita indolore: lo addormentiamo e lo catturiamo. Nulla da fare. Per “sparare” l’anestetico è necessario avvicinarsi fino a pochi metri e l’animale non ha mai abbassato la guardia. Neppure con le rete è stato possibile. A questo punto la “condanna a morte” è affidata a un tiratore di precisione che può colpire da lontano. Ieri sera, alle 20.30, intanto i volontari delle associazioni animaliste si sono trovati davanti all’aeroporto per “manifestare contro la barbara uccisione”. Qualche ora dopo la visita dell’assessore Sadegholvaad che ha annunciato la sospensione dell’abbattimento prevista per la notte, appena comunicatagli. “Mi hanno purtroppo comunicato che ogni tentativo di cattura del capriolo in aeroporto, senza ricorrere all’abbattimento, è risultato vano”. Sono le prime parole di Riziero Santi, presidente della Provincia. “Avevo creduto e investito su questa possibilità e oggi i sentimenti che provo sono di delusione e sincero dolore. Alla mia richiesta di spiegazioni sui fallimenti degli esperti, appositamente ingaggiati, mi è stato riferito che il proiettile anestetizzante è sparato da un fucile ad aria compressa che ha una gittata non superiore a 20-30 metri e deve colpire una parte non vitale”. (…)
Articolo tratto da Corriere Romagna
——