San Marino. Il Segretario Ugolini e lo stallo sulla giustizia

San Marino. Il Segretario Ugolini e lo stallo sulla giustizia

L’informazione di San Marino: “Non pare propriamente l’efficienza quella che il Segretario alla giustizia persegue”

Antonio Fabbri

Viene il dubbio che il Segretario di Stato alla Giustizia non abbia piena contezza di quanto sta accadendo. Prima il travisamento della lettera del Segretario generale del Consiglio d’Europa; poi una lettura tutta sua dello sciopero degli avvocati, che non è stato indetto solo da quei legali che gli fanno da consiglieri perché magari fanno parte anche della sua maggioranza, ma da tutti, anche se è strano che i legali mirino solo al penale, quando nel civile il secolare ritardo delle sentenze è arcinoto oltre che già oggetto di decisioni della Cedu (esempio recente Zanotti vs San Marino – Application no. 39109/19 del 11-06-2020).

A parte che lo stretto giro dei comunicati tra Oan e Segreteria qualche dubbio potrebbe farlo sorgere, è noto che tra le toghe – dove molti tacciono per timore – ci sono anche coloro che parlano meno, ma non la pensano come chi, anche nell’assemblea ad esempio, ha parlato di più; ci sono coloro che, oltre a perorare proprie convinzioni, sosten- gono la causa dei propri assistiti o degli amici; ci sono i vicini alla maggioranza o addirittura nella maggioranza, e quelli, in numero minore, vicini all’opposizione. Sta di fatto che ciò che pretende il Segretario Massimo Andrea Ugolini – ovvero che vengano applicate diposizioni adottate nottetempo il 24 luglio e sulle quali pendono pesanti dubbi di legittimità – a partire dal numero legale della seduta che le ha consentite (numero e verbale della seduta, sul cui è stata posta una irreale segretezza) – appare difficile, considerato che i giudici, vessati dalla politica in patria, ma evidentemente considerati nelle sedi internazionali, hanno già dichiarato e motivato l’impossibilità di adeguarsi a quelle disposizioni.

Infatti la stragrande maggioranza dei magistrati, il 31 luglio scorso, ha segnalato “l’impossibilità di dare applicazione alle suddette “Disposizioni”, siccome gravemente lesive dei principi costituzionali che informano l’attività giurisdizionale, primo fra tutti quello del giudice naturale, e di ritenere la conseguente necessità di seguitare, a salvaguardia della validità dei procedimenti in corso, nell’osservanza delle precedenti determinazioni assunte dai Dirigenti Professori Ferroni e Guzzetta in ordine alla ripartizione del lavoro tra i Commissari della Legge e gli Uditori Commissariali”.

Il Segretario Ugolini non pare riuscire a prendere atto che lo stallo sulla giustizia lo ha creato lui, la sua linea, le sue scelte e quelle della sua maggioranza, in questa legislatura. In quella passata, nonostante tutti i proble- mi genrati proprio da chi oggi vorrebbe addossarli ad altri, i processi non si sono bloccati, anzi, si è arrivati alla conclusione di importanti casi: un esempio per tutti, quello del denaro riciclato dal Congo, sul quale proprio un Segretario di Stato di questo governo ha storto il naso, quando 19 milioni confiscati sono andati all’Erario. Non pare un caso, allora, che la politica voglia colpire chi anche quel processo lo ha messo in piedi. Non è esattamente l’efficienza della giustizia, dunque, quella che si persegue.

 

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