Cittadinanza attiva. Risposta alla DC su Fondiss

Cittadinanza attiva. Risposta alla DC su Fondiss

Risposta alla DC su Fondiss
È veramente incredibile che nonostante siano passati due anni dal referendum che ha, grazie al cielo, evitato che i poteri forti e gli interessi economici della Repubblica si insinuassero dentro Fondiss, la Dc ancora non abbia capito il messaggio elettorale e continui imperterrita ad attribuire a quel referendum tutte le colpe del mondo.
Ed è ancora più assurdo il fatto che lo continui a fare nonostante il cambio radicale di atteggiamento da parte del Comitato Amministratore che, negli ultimi tempi, si è giustamente posto in un atteggiamento dialogante e costruttivo, in primis con le forze politiche ma anche e soprattutto con i cittadini, coloro che versano i loro soldi nella Previdenza Complementare ed ai quali vanno date risposte e informazioni.
Il nostro plauso forte va a loro sia per quanto evidenziato nella serata di presentazione del bilancio di venerdì scorso, sia per quanto reso noto alle forze politiche in alcuni recenti incontri.
Soprattutto per aver chiaramente mostrato alcune criticità della legge attuale, in particolare riguardo al tema delle garanzie sul mantenimento dell’integrità del capitale versato, ai rapporti con l’autorità di vigilanza, al trattamento fiscale dei contributi, ai costi di Fondiss, alla composizione del Cda e ad altri aspetti su cui, per quanto ci riguarda, il dialogo è aperto nella direzione di dare massima funzionalità alla norma del 2011 che i cittadini hanno confermato col referendum del 2014.
E’ curioso notare che proprio la Dc ed il suo Segretario Mussoni, competente sulla materia, anziché dare attuazione a quanto evidenziatoci da Fondiss oramai tre mesi, fa attivando un confronto con le forze politiche, preferisca stare sui giornali a blaterare la solita pappardella che sentiamo da 2 anni sui danni (che vedono solo loro) provocati dal referendum.
Ricordiamo infatti agli smemorati democristiani 2 cose:
1)    I rendimenti sono sempre correlati ai rischi. Buttare là delle cifre a caso (tipo “qua prendiamo il 2%, fuori prendono il 4% o il 6% o l’8%”) senza considerare il profilo della gestione e i rischi ad essa connessi, è quantomeno da irresponsabili. La nostra è una gestione unica, con un solo profilo di rischio-rendimento, e soprattutto l’adesione è obbligatoria per tutti: in questo quadro è evidente che la priorità è minimizzare i rischi, anche accettando di guadagnare qualcosa in meno.
2)    La legge non impedisce assolutamente investimenti all’estero, questo non è scritto in nessun punto della norma. Chi dice il contrario fa (da ormai due anni) disinformazione pura. La legge chiede solo che i gestori siano soggetti residenti a San Marino e la Banca Depositaria sia Bcsm, anche qui con l’obiettivo di mantenere efficaci controlli e minimizzare i rischi. Ma poi gli investimenti possono anche essere fatti all’estero, ovviamente, diversificando il profilo di rischio-rendimento. La scelta quindi di investire tutte le risorse in depositi a termine presso banche sammarinesi è appunto una scelta, non un obbligo.
Rigettando quindi questi continui tentativi di disinformazione, ribadiamo il nostro apprezzamento per l’atteggiamento del Comitato Amministratore di Fondiss e la nostra disponibilità a discutere su come migliorare la norma, nel rispetto della volontà manifestata chiaramente nel 2014 dai sammarinesi.
Civico 10 – Sinistra Unita (Cittadinanza Attiva)

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