Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Una aberrazione della legge che ha tagliato le indennità di malattia

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Una aberrazione della legge che ha tagliato le indennità di malattia

L’informazione di San Marino

Ha il cancro ma viene considerata malato comune / Una aberrazione della legge che ha tagliato le indennità di malattia

Antonio Fabbri

SAN MARINO. Ha il cancro, ma la sua viene trattata come un malattia comune. E’ una delle aberrazioni create dalle nuove norme in materia di indennità di malattia introdotte nell’ultima legge di bilancio su proposta della Segreteria alla Sanità e approvata dalla maggioranza.

Già il principio in sé di
tagliare sulle indennità
di malattia perché c’è chi
abusa dei primi giorni di
mutua per fare il ponte
vacanziero è una distorsione
perché colpisce
anche chi ha realmente
bisogno anziché andare a
pizzicare i responsabili.

Così l’attività dei furbetti della mutua e dei medici che rilasciano loro i certificati di comodo ricade su chi magari ha realmente bisogno. Ma quel che risulta ancora più assurdo è che un cancro diagnosticato per la burocrazia sia considerato malattia comune, almeno finché non venga prescritta una terapia che, in certe situazioni, non è prescrivibile perché non necessaria o non consona allo stato del paziente e, nella peggiore delle ipotesi, perché addirittura inutile.

Il problema reale è che
quando si è deciso di
mutare la vecchia norma
sulle indennità di malattia
si è optato per tagliare
sulla pelle dei malati.

Ed è proprio nei casi più gravi che la decisione diventa insopportabile e inumana. Lo spiega proprio una malata di cancro, Roberta Morrea, che in una lettera al nostro giornale solleva, più che la questione di percentuali, quella di principio di uno stato che taglia su chi sta davvero male mentre da altre parti spreca, all’insegna di una spending review fatta sulla pelle dei più deboli, spesso già
provati dalla malattia che
viene loro diagnosticata
e dagli effetti psicologici
che questo comporta.

“Nel 2010 sono stata
operata al seno destro
per carcinoma duttale
infiltrante. Ho eseguito
tutte le terapie previste
per il mio caso (compresa
la chemioterapia) e
da allora eseguo regolarmente
tutti controlli.
In data 20 febbraio
scorso mi sono sottoposta
a mammografia che
ha evidenziato presenza
di microcalcificazioni al
seno sinistro. Da questo
momento sono seguiti
una serie di controlli che
hanno incluso anche un
esame piuttosto invasivo
e doloroso denomitato
“Mammotome”, effettuato
presso l’ospedale
di Urbino in data 04
marzo scorso. L’esito di
tale esame ha decretato
che si trattasse di
carcinoma duttale in
situ di alto grado con
necrosi e microcalcificazione
(riporto testuale
quanto scritto nell’esame
istologico datato 9
Marzo 2015). E’ seguito
in data 30 marzo scorso
l’intervento chirurgico
di quadrantectomia e
attualmente sono in
malattia in attesa che
arrivi l’esito dell’esame
istologico. Credo sia facile
immaginare lo stato
d’animo che accompagna
questa attesa. Con
la presente vorrei sottolineare
come in base alle
nuove normative sull’indennità
economiche in
vigore dal 1° gennaio e
nonostante la diagnosi
di un carcinoma, sono
retribuita all’ 86% come
una malattia comune
perché l’intervento chirurgico
non è previsto
nella famosa lista dei
malati oncologici. La
ritengo una situazione
oltraggiosa per tutti
i pazienti che devono
intraprendere il difficile
e doloroso cammino
della cura da un cancro.
E trovo anche difficile
trovare una spiegazione
logica a tutto questo,
sopratutto se si considera
che il primo passo è
proprio l’intervento chirurgico.
Sono pertanto a
chiedere chiarimenti per
far luce su questi nuovi
provvedimenti anche
per tutti coloro che
stanno affrontando una
situazione difficile come
questa. Non vorrei sembrare
venale, credetemi
non è questo il punto,
ma non voglio neanche
ingiustizie da parte di
chi dovrebbe governare
e salvaguardare i diritti
dei cittadini”, conclude
la signora Morrea.
Una situazione, insomma,
che dovrebbe fare
comprendere che dalle
leggi sbagliate, inumane
e “oltraggiose”, come le
qualifica la signora, si
può, anzi si deve, tornare
indietro.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy