I sindacati dopo lo sciopero generale

I sindacati dopo lo sciopero generale

Sciopero Generale, piena Piazza della Libertà
Il Governo debole fa la voce grossa solo con i lavoratori!
 In sfregio alla volontà popolare rappresentata dalla piazza piena di lavoratori e alle regole del confronto democratico, la maggioranza conferma il blitz corporativo in commissione finanze e ribadisce che intende tirare dritto sulla riforma tributaria
22 giugno 2012  – Piazza della Libertà piena di lavoratori e cittadini, che hanno presidiato il Pianello anche nel pomeriggio, per gridare equità e giustizia sociale, e quindi per dire no ad una riforma tributaria blindata e non emendabile che, grazie al blitz corporativo delle forze di maggioranza, abbatte la sua scure unicamente sui lavoratori dipendenti mentre fa pagare nulla o molto poco ai lavoratori autonomi, creando una colossale ingiustizia sociale! I lavoratori hanno manifestato davanti al Consiglio Grande e Generale riunito la loro protesta e indignazione verso una classe di Governo che non ha a cuore le sorti del paese, arroccata in una strenua difesa degli interessi dei poteri forti di un’economia ancora assai poco trasparente!
Dopo il comizio dei segretari generali Giuliano Tamagnini e Marco Tura, è iniziato l’incontro con i capi gruppo consiliari, chiesto dalla CSU che ha avanzato una proposta di accordo che chiedeva di ritirare o sospendere l’iter consiliare del progetto di riforma tributaria per riportarla, con una serie di sostanziali modifiche, al testo precedentemente confrontato col sindacato. In sostanza, la CSU ha semplicemente chiesto al Governo di ripristinare il testo che l’Esecutivo stesso aveva definito col sindacato!
È stato un incontro dai toni molto accesi. La delegazione di maggioranza, con un atteggiamento di estrema durezza ha confermato che intende tirare dritto sulla riforma tributaria, portandola così com’è in seconda lettura in luglio. Ma non basta; il capo gruppo del partito di maggioranza relativa ha candidamente ammesso che le intenzioni del Governo rispetto al trattamento fiscale del lavoro autonomo, in realtà non erano quelle espresse durante il confronto con il sindacato durato un anno. In sostanza: il Governo ha preso letteralmente preso in giro i lavoratori per tutto questo tempo, fino a quando ha gettato la maschera in Commissione finanze attuando il blitz corporativo che va ad abbassare enormemente o ad annullare la già bassissima imposizione fiscale sui lavoratori autonomi!
La delegazione sindacale ha espresso, a nome di tutti i lavoratori, il proprio sdegno per questo atto di arroganza assunto in sfregio alle regole della democrazia e alla volontà popolare, rappresentata da una piazza piena di lavoratori che hanno manifestato civilmente e con determinazione la loro legittima protesta. “Mentre il Governo ha dimostrato tutta la sua debolezza – ha commentato all’uscita dall’incontro il Segretario CSdL Giuliano Tamagnini – non riuscendo a far passare la procedura d’urgenza sulla Cassa di Risparmio, fa la voce grossa con i lavoratori sulla riforma tributaria per difendere la casta dei privilegiati, confermando il suo metodo autoritario e unilaterale. In luglio saremo qui di nuovo qui in Piazza ancora più numerosi per respingere questa vergognosa legge!
In precedenza lo stesso Giuliano Tamagnini aveva detto durante il suo intervento: “Quasi un anno di negoziato è stato totalmente vanificato dall’ormai famigerato blitz in commissione finanze. Ma è stato un vero blitz o una precisa strategia di questa sgangherata maggioranza? Abbiamo proposto di tornare al testo precedente, da approvare con procedura d’urgenza a maggioranza qualificata: su ciò le forze di opposizione si sono già dette disponibili.” “Per una volta – ha detto Tamagnini rivolgendosi alle forze di Governo – rispondete a questa piazza che rappresenta la parte sana del paese. Un Governo che non tiene conto delle giuste richieste della gran parte dei cittadini non è degno di rappresentarli: ne tragga quindi le dovute conseguenze politiche!”
“Ma c’è altro – ha aggiunto il segretario CSdL – i contratti scaduti. L’industria è senza da quasi 4 anni. E l’ANIS ci dice che questo sciopero è inopportuno… Se si è chiuso il contratto del settore pubblico, è solo per senso di responsabilità dei lavoratori, e non certo per merito della compagine governativa. Manca un progetto di sviluppo che freni l’emorragia di posti di lavoro; a questo proposito serve un Piano straordinario di incentivi pubblici per salvare il lavoro e l’economia reale, così come vengono salvate le banche. Il Governo deve cancellare l’odiosa tassa razzista sui frontalieri. Se non lo fa subito, avvieremo azioni legali internazionali fino ad arrivare alla corte europea dei diritti dell’uomo! Continua la nostra battaglia sulla legalità e trasparenza, per passare da un’economia opaca ad un’economia trasparente, con una magistratura che ne sia garante oltre che autonoma dalla politica.”
Il segretario CDLS Marco Tura ha anch’egli denunciato il blitz in  Commissione Finanze, “dove qualche libero professionista travestito da politico ha parificato il trattamento impositivo dei redditi da lavoro dipendente e da lavoro autonomo, con lo strabiliante risultato che domani i lavoratori dipendenti pagheranno di più e quelli autonomi di meno”.
“Una capriola – ha continuato – arrogante e cialtrona  che da sola è l’emblema della distanza siderale tra i partiti e la gente, tra il Palazzo e la realtà, tra la politica e il mondo del lavoro. Ci accusano di dividere i lavoratori in buoni e cattivi: niente di più falso, non fa parte della nostra tradizione fomentare l’odio sociale. In realtà, di cattivo c’è un sistema di regole fiscali che permettono scappatoie e furbizie. A questo punto è indispensabile ridare equilibrio alla riforma tributaria”.
Tura ha poi ricordato  “l’ingiusta e vergognosa” penalizzazione fiscale che colpisce i frontalieri e  la lunga paralisi contrattuale che per i lavoratori dell’industria dura addirittura  da quattro anni: “Realisticamente penso che con l’alibi della crisi le associazioni imprenditoriali hanno preferito abbracciare il cinico calcolo di scaricare sulle spalle di chi lavora il costo dei rinnovi contrattuali, e quindi non siano affatto disposte a firmare”. Rivolto ai tanti disoccupati saliti sul Pianello, il segretario CDLS ha infine sottolineato  che “dall’inizio della crisi sono oltre mille i giovani, le donne e i padri di famiglia che hanno perso il lavoro o che da troppo tempo non lo trovano. Non è possibile continuare così: abbiamo bisogno di lavoro, di una economia vera, di imprenditori veri e di una politica che abbia come faro il bene comune”.
Ufficio Stampa CSU
 

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