Domenico Gasperoni, San Marino Paese di Mafia in una fiction di Canale5

Domenico Gasperoni, San Marino Paese di Mafia in una fiction di Canale5

Un Tir di “ piccioli”

Il 10 giugno è stato per San Marino, un giovedì nero, nerissimo, più nero degli ormai nefasti “venerdì neri” delle borse mondiali. Noi cittadini sammarinesi siamo stati stritolati fra due caterpillar. Da una parte, c’era la sporca vicenda della “Cricca Anemone” e dei molti compagni di merende,con un legame al Titano. Dall’altra,cosa mai successa fino ad oggi,siamo finiti protagonisti dell’ultima puntata di uno sceneggiato televisivo sulla mafia. Dallo sputtanamento mediatico siamo arrivati allo sputtanamento da “fiction”.
Invito il lettore a condividere la mia riflessione,seguendo il racconto di quel “mio giovedì”. Stressato ormai da mesi,come tutti i sammarinesi,dalla nostra fama (reale o raccontata che sia) di malfattori, ho dedicato il tempo libero della mattinata a leggere i giornali, a seguire le notizie Tv,aggiornandomi via via con le news da internet. Ho subito lo schiaffo in faccia di un ripetitivo tam tam risuonato sulle prime pagine dei principali giornali e telegiornali italiani,che presentavano il nostro paese come la famosa caverna di Ali babà. Termine coniato da un signore che tutti conosciamo.
Nel pomeriggio, spazientito in parte per l’ondata di caldo e in parte per tradito amor di patria,mi sono adagiato su un comodo divano. Forse mi sono assopito,in un bel sogno. Mi sono passate davanti numerose sequenze: un santo fondatore assetato di libertà, una comunità operosa,onesta, ricolma di dignità,votata alla ricerca della stessa libertà da lui trasmessa. Cosa stava succedendo? Ero rapito dall’epopea delle origini sammarinesi? No. Più semplicemente, un altoparlante mi lanciava all’orecchio alcune parole, brani di battute di uno spettacolo che una Scuola dell’Infanzia (quella di Città) stava organizzando in quel pomeriggio. A un tiro di schioppo dalla mia abitazione. Le Insegnanti e i bambini stavano raccontando la “Leggenda di San Marino”. Un ottimo richiamo alle origini, ai valori forse traditi dagli adulti. Lasciamo almeno ai piccoli la speranza del futuro e il diritto al sogno.
Poi arriva la sera. Sono pervaso da un forte entusiasmo: nei programmi televisivi è prevista l’ultima puntata della “Squadra antimafia 2”. La mia passione. Forse la squadra di polizia, anche se formata da quattro personaggi un po’ sfigati, finalmente vincerà. Metterà le mani sui criminali mafiosi,diventati anche membri di una grande holding finanziaria. Assieme a circa 5 milioni di spettatori,come un bambino, mi sono gustato fino alla (quasi) fine,i colpi di scena,gli arresti, le giuste punizioni.
Alla fine della puntata i buoni vincono sui cattivi. O meglio, un cattivo,il più cattivo, non è vinto,perché la mafia non si vince e perché bisogna lasciare lo spazio ad una terza serie della fiction.
Ma ecco il colpo di scena. I fatti, i nomi citati non sono puramente casuali, come si conviene ad una fiction;sono volutamente reali. Le autorità fanno una conferenza stampa,con questo annuncio : “oggi le forze di polizia hanno compiuto una brillante operazione; hanno fermato un tir con circa otto miliardi di euro a bordo, proveniente dalla Svizzera e diretto a San Marino”. Lo shock è stato fulminante: il covo dei cattivi è proprio il mio Paese, è la mia Repubblica! La vecchia e tutto sommato romantica ventiquattrore, veicolo di contanti verso le nostre banche, lascia il posto ad un tir! Con il carico di otto miliardi di euro, quasi la metà del nostro sistema bancario e finanziario. Ricordo poi che in una scena,i mafiosi si esaltavano ridacchiando: “ con quei “piccioli” possiamo comprarci San Marino”.
La giornata non poteva non terminare con i pensieri della sera. Due interrogativi mi hanno fortemente assalito. Il primo,nato dalla rabbia alla “Grillo” diceva: quando il Paese si libererà,mandandoli a casa, di tutto coloro che l’hanno venduto?E non parlo solo della classe politica. Il secondo è più intimistico,velatamente retorico: le pensioni corrisposte mensilmente a tutti gli onesti e bravi cittadini,che hanno lavorato una vita anche per il bene dello Stato (immodestamente mi metto fra questi) hanno qualcosa a ch fare con i “piccioli” di quel tir?
Quelle due domande mi hanno lasciato sveglio per tutta la notte.

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