David Oddone di L’Informazione di San Marino: Tassa razzista: “denuncio Valentini alla procura di Rimini per discriminazione” / Un frontaliere: “sono stufo di vedermi messi i piedi in testa”. Dove non è riuscito il Papa, il sindacato e la varie associazioni, potrebbe riuscire il dottor Giovagnoli e la giustizia penale italiana
Non si placa – e non potrebbe essere altrimenti – la polemica sulla tassa razzista che colpisce tutti i non residenti, ovvero i seimila lavoratori italiani impiegati a San Marino.
(…) E quello che si appresta a fare il cittadino italiano ha del clamoroso: “Voglio portare in tribunale il governo sammarinese nella persona del segretario alle finanze Pasquale Valentini che denuncerò per discriminazione razziale presso la Procura della Repubblica di Rimini”. Un atto simbolico ma anche molto concreto. Prima di sorridere infatti è necessario dare un’occhiata alla normativa. In Italia fra le leggi sui reati di opinione e di genere quella che interessa il caso in oggetto è la numero 654 del 13 ottobre 1975, ovvero la ratifica ed esecuzione della convenzione internazionale sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale, aperta alla firma a New York il 7 marzo 1966. Al comma “a” la legge recita: “(è punito) con la reclusione fino ad un anno e sei o con la multa di 6.000 euro chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”. Ovvero giuridicamente sta per oppure e l’art. 56, la cosiddetta “tassa razzista” configura certamente un atto di discriminazione per motivi razziali. (…)
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