Il fatto che sul Pianello non ci sia stata ancora una manifestazione pubblica contro la corruzione la dice lunga, a San Marino, sulle diffuse vicinanze, nei luoghi del potere, con il gruppo criminale.
Fiorenzo Stolfi e Gabriele Gatti sostengono di non aver
ricevuto tangenti ma semplici contributi dal mondo dei professionisti, senza, a quanto pare, suscitare particolare reazioni da parte di questi.
Nessuna reazione nemmeno dal mondo finanziario quando si è
saputo che Nicola Tortorella, chiamato a motivare certi movimenti di
danaro in Finproject, ha risposto candidamente “che si trattava di retrocessioni su degli affari… chiamate in italiano tangenti“.
La corruzione a San Marino non è un fatto marginale.
In una ventina d’anni, 100/150 ‘mascalzoni’ (su 33 mila abitanti) hanno movimentato un giro di 800/1100 milioni di euro.
Finora, a quanto si è saputo, un solo imprenditore in una deposizione in Tribunale (con qualche rettifica) si è dilungato sulle traversie che ha dovuto affrontare per aprire una attività qui.
Si avrà un riscontro, del sistema corruttivo sammarinese, anche nelle ‘confessioni’ dei residenti rese ai tavoli della Guardia di Finanza, indagine Torre d’Avorio, guidata dal generale Saverio Capolupo?