Dopo il braccio teso alla maggioranza, con la proposta di dare vita a un governo di unita’ nazionale, le dimissioni di Simone Celli dal Consiglio grande e generale non appaiono affatto al Psd una risposta sufficiente. Non dimostrano infatti il cambiamento auspicato in Adesso.sm e in un governo “senza piani” per affrontare le emergenze del sistema bancario e del debito pubblico e a cui non resta che “farsi da parte”. Anzi, l’ex Segretario ed ex consigliere di Ssd “non puo’ essere il capo espiatorio delle malefatte e del non fatto di questo governo”. Il Segretario del Partito dei socialisti e democratici, Gerardo Giovagnoli, intervistato da Dire, parla dell’attualita’ politica, anche all’indomani del report conclusivo del Fondo monetario europeo e degli interrogativi che ha suscitato la smentita di una richiesta di finanziamento da parte di San Marino. Auspica una pacificazione istituzionale, raggiungibile pero’ solo in una fase post elettorale o con l’agognato governo di unita’ nazionale. Guarda poi all’Europa, e soprattutto boccia il Segretario di Stato Nicola Renzi per non aver valorizzato tra i sammarinesi le opportunita’- oltretutto necessarie all’economia nazionale- che l’accordo di Associazione puo’ portare al Paese. Ma guarda anche a un primo partito della coalizione, Ssd, che “non dice cose di sinistra”, a un possibile “dopo-Adesso.sm” infine alle elezioni, con una nuova legge elettorale.
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