Una stagione da incubo terminata con l’epilogo più drammatico ma, da un certo punto di vista, scontato. Il Rimini perde in casa 1-0 contro l’Ancona grazie ad una rete di Mastronunzio al 34′ del secondo tempo nella gara di ritorno dei play out e retrocede in prima divisione.
Gara giocata bene dal Rimini nella prima parte che poi si ‘siede’ e lascia il pallino del gioco all’Ancona che si fa pericoloso in più occasioni, sino alla rete decisiva. Il Rimini aveva fallito ghiotte occasioni da goal con Docente, Pagano e Ricchiuti.
Si chiude un’annata storta che ha messo in luce tutti i limiti della squadra, ma anche della Società. Se il Rimini infatti era ben piazzato sino alla fine dell’inverno, la cessione di Daniele Vantaggiato e Francesco Lunardini al Parma – che poi hanno giocato pochissimo – in cambio dei non pervenuti Paponi e Matteini, ha fatto precipitare la squadra di Elvio Selighini prima, e di Guido Carboni poi, nelle retrovie. Sino ai play out. Altro che stadio nuovo: il Rimini è da rifondare. A partire dalla società, che caratterialmente non è sembrata all’altezza del suo compito, per passare da giocatori che non hanno trovato le giuste motivazioni.
Meritata la permanenza dell’Ancona in Serie B che ci ha creduto sino alla fine; giusta la retrocessione del Rimini, nonostante la grande delusione dei tifosi. Anche sul futuro di Carboni non ci sono certezze:in sala stampa al termine della partita l’allenatore del Rimini si è detto dispiaciuto. “Rimini non merita la retrocessione”. Peccato sia già accaduto.
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