La politica a San Marino continua ad attorcigliarsi su se stessa in una frenesia schizofrenica del tutta identica a quella che ha portato il Paese al livello dell’Azerbaigian.
Ne tratta Antonio Fabbri di L’Informazione di San Marino, partendo da una ‘cena segreta tra Psrs, Europopolari e Ddc in quel San Leo‘
‘Sul tavolo ci sarebbe stata la delusione
del Psrs che si era detto disponibile
ad appoggiare un progetto
serio con l’attuale maggioranza,
pur senza voler fare da stampella
all’attuale esecutivo.
Ipotesi che,
per il no espresso da Ap, dal segretario
Valentini, oltre che dal Nuovo
partito socialista e dai cespugli, ha
fatto naufragare l’intento. Questo
avrebbe così portato ad un riavvicinamento
del Psrs a Stolfi, in particolare
per il progetto di riunificazione
dei socialisti. Questo per creare un
asse Dc-socialisti, a quanto sembra
tagliando fuori se necessario Casali,
che però il progetto, anche tramite
l’associazione Pertini, lo ha proposto.
L’ipotesi, però, sarebbe difficilmente
percorribile, per il rapporto privilegiato che il Nuovo partito
socialista ha attualmente con la democrazia
cristiana, ma anche per la
posizione di Stolfi che non sarebbe
disponibile a scaricare Nps in una
eventuale unificazione socialista.
Una collaborazione della Dc con
l’area socialista sarebbe dunque
possibile, ma da ricostruire e, probabilmente,
con l’apporto di tutte le
forze socialiste in campo.‘
Il tutto mentre il Paese sta andando a fondo per la macina messagli al collo dalla black list
di cui al
decreto ‘incentivi’ .
Paese paralizzato dalla paura per il colpo di grazia già partito da Roma con la manovra correttiva: art. 36 (divieto per i professionisti italiani ad operare con soggetti di Paesi superblacklist) e art. 37 (impedimento a ditte sammarinesi a partecipare ad appalti pubblici in Italia).